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Sagra dell’arancino a Ficarazzi
Per gli amanti del cibo c’è la Sagra dell’Arancino a Ficarazzi, in Sicilia
Nata nel 2002 con lo scopo di valorizzare il prodotto d’eccellenza della gastronomia siciliana, la Sagra dell’Arancino è una delle manifestazioni più famose della provincia di Catania. Giunta ormai alla 21ª edizione, attrae ogni anno turisti da ogni parte d’Italia e del mondo, incuriositi dalla crocchetta di riso dalla caratteristica forma piramidale e dalla sua affascinante storia. Dal 5 all’8 settembre Ficarazzi, unica frazione di Aci Castello che non si affaccia sul mare ma che vanta una splendida vista sulla Riviera dei Ciclopi, ospiterà ancora una volta l’attesissimo evento accompagnando la degustazione con birra, spettacoli vari e tanta musica. Connubio di sapori, folklore e tradizione, è un’occasione imperdibile per gli estimatori dello Street Food siciliano e del suo re indiscusso.
Sua maestà l’arancino: un morso ricco di storia
A Palermo è femmina ed ha la tipica forma arrotondata. Nelle provincie di Catania e Messina è maschio, piramidale (un omaggio all’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa) ed è il protagonista indiscusso dello Street Food locale. Stiamo parlando di sua maestà l’arancino. La diatriba che divide in due la Sicilia ed ha scomodato anche l’Accademia della Crusca, trova nelle origini e nella preparazione le reali differenze.
Realizzata con ingredienti “poveri” della tradizione gastronomica regionale, la famosa crocchetta di riso è un prodotto completo e saporito a cui è impossibile resistere, con un cuore di formaggio filante (mozzarella, provola o cacio), ragù e un vero pezzo di carne. La tecnica migliore per mangiare l’arancino è a testa in giù, dunque con la punta rivolta verso il basso, per fare in modo che il condimento al suo interno possa essere gustato fino alla fine ed evitarne l’apertura mentre lo si addenta.
Nonostante diverse province abbiano negli anni cercato invano di riscattarne le origini, pare che l’invenzione abbia a che vedere con un’antica abitudine degli arabi che tra il IX e il XI secolo dominarono l’isola. I saraceni, infatti, erano soliti appallottolare il riso allo zafferano, condito con carne di agnello e verdure, per farne un pasto unico sostanzioso e gustoso. La croccante panatura, invece, venne suggerita da Federico II, sovrano giusto e dalla mente brillante. Egli intuì che la crosticina esterna avrebbe assicurato un’ottima conservazione del riso e del condimento al suo interno, oltre a rendere la pietanza più facile da trasportare. Si suppone, infatti, che l’arancino fosse principalmente un pasto d’asporto, da consumarsi durante le battute di caccia oppure mentre si lavorava in campagna. Il pomodoro, invece, venne introdotto solo dopo la scoperta dell’America.
L’arancino: il re delle serate di fine estate
Da ben 21 edizioni, Piazza Giovanni XXIII di Ficarazzi ospita l’annuale appuntamento con la tradizione enogastronomica siciliana, la tanto attesa Sagra dell’Arancino. Le date da segnare sul calendario sono 5-6-7 e 8 settembre. Ritenuta una delle manifestazioni più importanti di tutto l’hinterland catanese, nasce per volere del patron Salvo Danubio in collaborazione con l’Associazione di volontariato L’Isola che non c’é, allo scopo di portare in piazza momenti di convivialità, spensieratezza, folklore e tanta frittura.
Nel 2005 la sagra “approda” in RAI, diventando famosa per la preparazione di un arancino dalle dimensioni spropositate, impresa eseguita dai maestri artigiani che hanno dato vita a un prodotto di 0,975 Kg (di bontà), poi sezionato e distribuito ai presenti. Nell’edizione del 2007, l’Associazione L’Isola che non c’è insieme alla Pasticceria Vecchia Stazione, partecipa al Guinness World Record vincendo il primato con un arancino di 11,560 chili, 1 metro di circonferenza e 22 centimetri d’altezza. L’evento è stato registrato da televisioni locali e nazionali, nonché pubblicato su diverse riviste enogastronomiche note in tutto lo Stivale.
Dalla 5ª edizione, oltre ai classici gusti al ragù e al burro, sono presenti altre 16 specialità tra cui spinaci e funghi, pollo, polpo, salmone, melanzane, pesto, nero di seppia, pesce spada, peperoni, salsa rosa, pistacchio a cui è stata aggiunta anche una nuova proposta dolce, l’arancino alla nutella da provare almeno una volta nella vita. Non mancano le crocchette di riso gluten free e quelle per vegetariani, il lunapark per i più piccini, la fiera di settembre, tanti eventi musicali, spettacoli e artisti vari per l’intrattenimento dei visitatori.
Per partecipare alla sagra è sufficiente seguire le indicazioni stradali per Aci Castello e usufruire dei parcheggi in Via Collina di Polifemo.
Cos’altro vedere a Ficarazzi, frazione di Aci Castello
Nato come antico borgo rurale, Ficarazzi è una piccola frazione incastonata nel verde delle colline, a 200 metri sopra il livello del mare. La pregiata posizione ha fatto sì che le venisse dato l’appellativo di Balcone sullo Ionio o Balcone sul mare di Aci. Il territorio è caratterizzato da numerosi resti di vulcaniti e da grotte formatesi a seguito di crolli interni sismici. La più famosa è la grotta delle Fate, raggiungibile attraverso il sentiero in via Fosso d’Acqua.
Da visitare la Parrocchia “S.M. Immacolata” dove ogni anno si tiene l’antichissimo culto per la Madonna del Soccorso, la Casina dei Paternò una costruzione molto antica, collocata nel punto più alto e panoramico della frazione e risalente addirittura al 1640, nonché la Casa nobiliare Angelo di Guardo, un compositore musicale locale vissuto tra il XIX e il XX secolo.
Ficarazzi, tuttavia, è poco distante da Aci Castello, per cui chi si trova in zona per la Sagra dell’Arancino non può non visitare la bellissima cittadina, nota per il caratteristico Castello Normanno eretto su un promontorio di roccia lavica. L’affascinante luogo è oggi sede del Museo Civico (suddiviso in sezione archeologica, mineralogica e paleontologica con antichi reperti del passato), di uno straordinario Orto Botanico che include diverse specie di rigogliose piante grasse cactacee di valore inestimabile e provenienti da ogni parte del mondo e della Cappella Bizantina dedicata all’artista surrealista Jean Calogero. Eretto per difendere la popolazione dalle scorrerie, su di esso non mancano leggende popolari miste ad eventi storici che per la loro intensità hanno ispirato Giovanni Verga. La novella Le stoffe del Castello di Trezza racconta, infatti, la storia dell’intrepida donna Violante e dell’arrogante barone Don Garzia d’Arvelo ricca di passione, tradimenti e fantasmi.
Tra gli edifici religiosi, sarebbe opportuno visitare la Chiesa San Giuseppe eretta nel 1748 sui ruderi della vecchia chiesa dedicata a Sant’Agata (patrona di Catania) crollata nel 1547. All’interno della struttura sacra sono presenti diversi affreschi di straordinaria bellezza come La fuga in Egitto, l’Annunciazione, San Francesco d’Assisi e San Giorgio firmate dal pittore Jean Calogero. Interessanti anche la Chiesa di San Mauro con all’interno la pala della Traslazione delle reliquie di Sant’Agata e la Madonna della Purità realizzata probabilmente da Paolo o da Alessandro Vasta.
Di straordinaria bellezza anche il tratto di mare da cui emerge l’arcipelago formato dai Faraglioni e dall’Isola Lachea che dal 1993 è diventato un’area protetta.
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