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Spettacoli di musica per la Festa di Sant’Agata a Catania
Uno degli eventi più emozionanti in Sicilia è sicuramente la Festa di Sant’Agata, l’appuntamento più atteso dell’anno per gli abitanti di Catania.
Le celebrazioni avvengono in onore della santa patrona della città e la sua importanza non si ferma tra i confini dell’isola, ma va ben oltre.
Si stima, infatti, che tale ricorrenza religiosa sia tra le più sentite e seguite al mondo, la cui affluenza sfiora il milione di visitatori.
I giorni interessati dalla festa sono principalmente quelli che vanno dal 3 al 6 febbraio, ma altre celebrazioni sono generalmente in programma anche il 12 febbraio e il 17 agosto.
I turisti che provengono dalla terraferma e vorranno prendervi parte, dunque, avranno modo di scegliere una di queste date, prenotare un comodo viaggio con una delle navi della compagnia Grimaldi Lines e lasciarsi catturare dalla magia di tale evento.
La Festa di Sant’Agata a Catania: le origini
Prima di addentrarci nel dettaglio delle celebrazioni che ricorrono durante la festa di Sant’Agata, è opportuno spiegarne bene le origini.
La santa nacque nel 231 d.C. da una famiglia nobile; ben presto ella sentì un legame con Dio e a lui decise di consacrare la sua intera vita, facendo voto di castità.
Il governatore romano Quinziano si invaghì della giovane donna e decise di volerla per sé, ma Agata lo respinse, scappando verso Palermo dove però fu ritrovata e riportata a Catania.
A nulla servirono le ostinate avance di Quinziano, che tentò in tutti i modi di blandirla; all’ennesimo rifiuto della fanciulla, fece dare l’ordine di torturarla e la giovane dovette subire dei martiri terrificanti, tra cui il taglio dei seni, per poi morire giustiziata il 5 febbraio 251 d.C.
La fermezza che Agata dimostrò nella fede in Dio fu di grande esempio per il popolo siciliano che cominciò a venerarla come santa e martire.
Si narra, infatti, che durante il periodo in cui subì le torture, ci fu un terremoto che scosse Catania. La gente lo interpretò come un segno divino e da allora l’intercessione di Sant’Agata fu invocata per proteggere la città dal sisma e da ogni altro evento naturale catastrofico.
Il culto della santa non si concentrò solo in Sicilia; ben presto la sua fama arrivò in tutto il mondo e nel 1126, anno in cui furono ritrovate le reliquie della santa, trafugate anni addietro, iniziarono i primi festeggiamenti in suo onore.
La festa di Sant’Agata ai giorni nostri
Il 3, 4 e 5 febbraio, la città di Catania dimentica ogni altra ricorrenza e si dedica completamente alla celebrazione di Sant’Agata, facendo affluire non solo i devoti che abitano nel territorio, ma anche svariate migliaia di fedeli e turisti di tutto il mondo che sono ormai rapiti dal culto di questa santa.
Nel primo giorno dei festeggiamenti, si celebra il rito dell’offerta delle candele. Una tradizione suggestiva tramanda che i fedeli donino ceri proporzionati alla propria statura o peso, invocando così la protezione divina.
La processione per raccogliere la cera, breve ma solenne, vede la partecipazione delle massime autorità religiose, civili e militari. Lungo il percorso si ammirano due antiche carrozze del ‘700, un tempo simbolo del potere cittadino, e undici maestosi “candelabri,” che rappresentano le varie corporazioni e mestieri.
Questa prima giornata di festa si conclude con uno spettacolo pirotecnico mozzafiato in piazza Duomo. I fuochi d’artificio, oltre a manifestare la felicità dei devoti, richiamano anche il ricordo del martirio di Sant’Agata, che vigila sul fuoco dell’Etna e su ogni incendio con la sua protezione divina.
Il giorno successivo, il 4 febbraio, si arriva al culmine dell’emozione, in quanto ci sarà il primo vero contatto con la santa.
Già al risveglio, le principali vie si animano di ferventi “cittadini”, ovvero i fedeli che vestono con il tradizionale “sacco”, un abito votivo bianco che rimanda a quello indossato dai cittadini di Catania quando furono riportate le reliquie della Santa in città, nel lontano 1126.
Per aprire il cancello di ferro che custodisce i resti nella cattedrale, sono necessarie tre chiavi, affidate a tre custodi diversi: il tesoriere, il cerimoniere e il priore del capitolo.
Quando l’ultima chiave, tenuta dal priore, apre il sacello che contiene il “Busto”, il volto sorridente di Sant’Agata appare tra l’entusiasmo crescente dei fedeli.
Questo busto, ornato di oro e pietre preziose, prima di essere portato in processione ottiene la benedizione dell’arcivescovo durante la messa solenne in suo onore.
Dopo questo momento, la santa è pronta per attraversare le vie di Catania e la processione arriva anche nei luoghi in cui avvennero le sue torture, proseguendo velocemente senza sosta, quasi a voler evitare di ripercorrere il sanguinario destino che l’ha vista coinvolta nei secoli passati.
Una delle poche fermate si effettua alla “colonna della peste”, luogo in cui la santa compì il miracolo di arrestare l’epidemia che stava per colpire la città di Catania nel 1743. L’intera processione viene seguita da migliaia di fedeli, tutti con indosso il sacco votivo bianco, e prosegue fino a tarda notte, quando finalmente il busto torna nella cattedrale.
Il 5 febbraio, i fiori bianchi che adornano il “fercolo” si sostituiscono a quelli rossi del giorno precedente; questo rito è puramente simbolico e intende spiegare come il sangue sia pronto a fare posto alla purezza.
Dopo la messa della mattina, le celebrazioni proseguono al tramonto, quando si dà il via nuovamente alla processione che arriva perfino nei punti più angusti della città, come nel caso della via di San Giuliano, totalmente in pendenza.
Anche questo passaggio è intriso di significato, in quanto il voler superare un ostacolo del genere rappresenta il coraggio e l’appartenenza alla santa.
La festa termina a notte fonda, ovvero quando le urla e i canti dei fedeli fanno posto al rumore dei fuochi d’artificio che segnano la fine delle celebrazioni in onore di Sant’Agata.
Questo è un momento di grande commozione per tutti i fedeli: la loro voce e la forza che hanno nelle gambe è ormai ridotta al minimo, la veste bianca non odora più di pulito e l’orgoglio per la propria santa diventa ancora più forte.
Ulteriori informazioni sulla Festa di Sant’Agata
Come abbiamo detto in precedenza, le celebrazioni in onore della patrona della città di Catania, Sant’Agata, si svolgono principalmente a febbraio.
Un’altra data importante da tenere a mente, però, è anche quella del 17 agosto, giorno in cui si commemora l’anniversario del rientro delle spoglie della santa nel duomo della città.
Tale giornata è scandita da una breve processione, la messa solenne e dai bellissimi e spettacolari fuochi d’artificio.
La festa di Sant’Agata non prevede soltanto i rituali religiosi; anche il cibo è parte integrante della tradizione.
La lunga processione, infatti, prevede una serie di tappe e in ciascuna di esse vengono allestite bancarelle dove si potranno gustare alcuni dei prodotti tipici di questa terra.
Oltre ai tradizionali arancini e alle crispelle di riso e di pane, i turisti potranno deliziarsi anche con assaggi di frutta secca, carne di cavallo e tre particolari tipi di dolci: le minne, le olivette e il libro di Sant’Agata.
Quest’ultimo è una sorta di torrone glassato con pasta di mandorle e rappresenta il vangelo e la fede a cui Sant’Agata ha dedicato la sua breve e intensa vita.
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