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Piazza Armerina e le dieci atlete
Viaggio nella Villa del Casale dove le ragazze simulano le principali gare sportive. Hanno un fisico forte con fasce che coprono seno e fianchi: una sorta di bikini anticipando una moda lanciata solo nel XIX secolo.
di Giovanna Naccari
Le “Dieci ragazze in bikini” della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, in provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, forse sono le più antiche atlete della storia giunte fino noi. Le ginnaste sono raffigurate nella “stanza delle palestriti”, in un mosaico della residenza di epoca tardo imperiale, appartenuta ad un esponente dell’aristocrazia senatoria romana e tutelata dall’Unesco.
Sul pavimento musivo la gara atletica femminile si svolge con una palla, con il lancio del disco, con il sollevamento di un oggetto che sembra l’antenato dei pesi moderni e al termine c’è una premiazione finale.
Le atlete hanno un fisico forte e indossano fasce che coprono il seno e i fianchi, forse i primi segnali del costume a due pezzi che la moda lancerà nel diciannovesimo secolo.
La Villa Romana del Casale, costituita da ambienti privati e pubblici, si sviluppa su circa 3.500 mq di superficie con una ricchezza di decorazioni di maestranze africane e di elementi architettonici che non ha paragoni al mondo.
Immersa tra cortili e fontane che regalavano giochi d’acqua, la dimora accoglie in stanze che si susseguono con pavimenti musivi di eroi e divinità, scene di vita quotidiana, episodi di caccia, giochi che testimoniano i costumi dell’Impero e le influenze culturali tra mondo romano e area nordafricana nel Mediterraneo antico. Le rappresentazioni sono varie e numerose. Ne citiamo solo alcune, lasciando spazio all’immaginazione e alla curiosità dei visitatori.
La Villa ha un ingresso monumentale che conduce alle terme e al vestibolo. In quest’ultimo il personale della casa porge il benvenuto al dominus e ai suoi ospiti, mentre l’ingresso privato delle terme mostra figure riconducibili alla domina, ai figli, oppure agli schiavi e alle ancelle. Il pavimento della palestra, come una fotografia, rappresenta il Circo Massimo con una corsa di quadrighe con le fazioni del periodo imperiale.
Nelle camere di servizio, o destinate a ricevere gli ospiti, si incontrano amorini pescatori intenti a tirare le reti e amorini vendemmianti. Le “Fatiche di Ercole” incantano nella sala “Tricora”.
Negli appartamenti privati si notano Nereidi e Tritoni, mentre temi ludici arredano le stanze dei figli.
Polifemo riceve da Ulisse un cratere di vino nei locali privati del padrone di casa e più avanti, nella camera da letto il celebre abbraccio degli “Amanti”, forse riferito a Eros e Psiche, accende la passione.
Il locale della “Piccola Caccia”, forse una sala da pranzo invernale, sembra un racconto di forme venatorie, quali la cattura di animali con falchi, lance ed archi.
Ma ciò che sorprende è il corridoio della “Grande Caccia”, lungo circa 66 metri e ricoperto interamente da un unico mosaico che mostra una sorta di Safari dell’antichità, con la potenza dell’Impero romano dall’Estremo occidente all’Estremo oriente.
Nella decorazione musiva delle venationes, truppe imperiali catturano i leopardi; leoni, elefanti e grifoni popolano le scene. Gli animali catturati e destinati agli spettacoli vengono trasportati su casse, sotto il controllo vigile dei funzionari, per giungere al Colosseo, al Circo Massimo e in zoo privati. Dalla sponda orientale del Mediterraneo affiorano rinoceronti acquatici.
La gestione della sfarzosa dimora, al centro di programmi di restauro, è affidata al Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e delle Aree archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi. Acquistando un biglietto d’ingresso cumulativo, entro i successivi tre giorni è possibile visitare anche l’area archeologica di Morgantina e il Museo regionale di Aidone.
Una sosta a Piazza Armerina regala ai visitatori l’incrocio di diverse culture. La città sorge a circa 700 m di altitudine, sulle pendici del Colle Armerino, ubicazione che determinò l’aggiunta a “Piazza”, il nome con cui il paese si chiamava fino al ‘700. Già popolata tra l’VIII ed il VII secolo a.C., Piazza Armerina fu colonizzata dai Romani, dai Bizantini e dagli Arabi.
L’immagine di una Madonna bizantina, identificata dalla tradizione come un dono del conte normanno Ruggero, è custodita nel Duomo.
La città, distrutta nel 1161 da Guglielmo I re di Sicilia e ricostruita qualche anno dopo, fu assediata dagli Angioni nel 1299, ma la sua crescita si consolidò nel ‘600 come testimonia il barocco dominante nelle chiese, nei monumenti e nei palazzi, accanto ad edifici medievali, del periodo gotico-siculo e rinascimentale.
All’interno della Biblioteca comunale è possibile visitare la mostra permanente del libro antico che espone a rotazione alcuni dei volumi più preziosi, tra i quali la prima traduzione in latino dei testi di Confucio del 1662 di Prospero Intorcetta. Nella Pinacoteca comunale si possono ammirare alcune pale d’altare entrate in possesso della città nel 1866.
Durante il Palio dei Normanni ad agosto si rivive l’atmosfera medievale con le dame, i cavalieri, le truppe e le milizie. Da gustare i prodotti locali come l’olio extravergine d’oliva, i biscotti, i dolci e il torrone che evoca la cucina baronale.
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