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Montalbano Elicona, Sicilia: borgo medievale
Quando si organizzano dei viaggi in Sicilia, solitamente ci si focalizza su quei luoghi più turistici, da Catania e la costa orientale fino a Siracusa, da Palermo alla Valle dei Templi ad Agrigento. Eppure la Sicilia, terra di conquiste e dominazioni, ha molto da regalare al turista più curioso, interessato a scoprire il volto più nascosto dell’isola. Ci sono moltissimi borghi che hanno la capacità di sorprendere i visitatori e tra questi c’è Montalbano Elicona, nel cuore del lussureggiante Parco dei Nebrodi, inserito nella lista dei Borghi dei borghi e considerato tra i più belli di tutta Italia.
La compagnia navale Grimaldi Lines mette a disposizione i propri traghetti per l’isola in partenza dai porti di Livorno, Salerno, Napoli, Palermo e Cagliari, offrendo modernità, sicurezza e comodità, alla luce dei tanti servizi offerti a bordo, dai servizi di ristorazione all’area shopping fino a zona wellness e giochi per bambini.
Montalbano Elicona: cenni storici
Montalbano Elicona ha un nome alquanto curioso, su cui si ipotizzano una serie di teorie: alcuni studiosi affermano derivi da mons albus, in chiaro riferimento agli innevati Monti Nebrodi e, in particolare, al colle su cui nel ’20 è stato eretto un Castello; un’altra teoria ipotizza l’origine del nome dal greco-siceliota al bana, che significa “luogo eccellente” e molto apprezzato dai Saraceni. A tal proposito i Sicelioti, che abitarono l’isola tra il VII e l’VIII secolo, battezzarono Helikon quel monte su cui poi, anni dopo, si svilupperà Montalbano Elicona, in memoria del loro Monte delle Muse.
Montalbano Elicona ha visto la presenza sul proprio territorio dei bizantini, i quali saranno scacciati in seguito all’arrivo dei normanni e in particolare della famiglia Altavilla: gli stessi normanni furono chiamati proprio dalla Santa Sede per scacciare i musulmani dall’isola e riaffermare la fede in Cristo.
Il primo periodo florido per il borgo coincise con l’arrivo di Federico II di Svevia, che non solo effettuò miglioramenti ma ordinò la costruzione di siti e monumenti che ancora oggi dominano la scena, tra i quali il Castello, nato non solo come dimora dello Stupor Mundi ma anche come baluardo difensivo.
La morte di Federico II segnò un periodo buio per Montalbano Elicona, che si riprese solo con il sopraggiungere di Federico II d’Aragona, il cui dominio sarà ricordato come uno dei periodi più floridi per questo pittoresco borgo della provincia di Messina.
Leggende di Montalbano Elicona
Ciò che più colpisce di Montalbano Elicona è l’atmosfera che si respira passeggiando tra i suoi vicoli, che si inerpicano verso il castello seguendo la conformazione e le asperità del terreno, sfiorando muri di case in pietra arenaria e sbirciando le botteghe di vecchi artigiani. In questo borgo siciliano sembra che il tempo si sia fermato all’epoca medioevale, ricordata spesso come oscura e carica di storie e leggende. Montalbano Elicona non fa eccezione e molti racconti ammantano le mura dei suoi palazzi e dello stesso castello: ad esempio si dice che sotto il borgo si sviluppi una fitta rete di cunicoli segreti, molti dei quali fungevano da importanti vie di fuga per i castellani in pericolo. Molte di queste gallerie pare sbucassero nei pressi del Convento di Sant’Antonio, andato purtroppo perduto e presso la Fontana Tirone. Questa fonte è interessata da una leggenda, in base alla quale le sue acque sarebbero state così miracolose da assicurare la guarigione niente meno che a Federico II d’Aragona.
A proposito di racconti, si vocifera anche che la leggendaria Fata Morgana legata al ciclo arturiano, abbia vissuto anche nei pressi di Montalbano Elicona, precisamente sulle rive del lago di Biviere: si dice che il destino di chiunque si fosse avvicinato allo specchio lacustre sarebbe stato deciso dalla strega.
Il sito dell’Argimusco
Storia e leggenda si fondono nel sito dell’Argimusco, uno dei luoghi più iconici di Montalbano Elicona: soprannominato come la Stonehenge della Sicilia, questa zona aspra si caratterizza per la presenza di rocce megalitiche dalle dimensioni colossali, le cui forme rievocano figure animalesche o umane.
Gli storici affermano che sono stati gli elementi a plasmare le rocce ingannando gli occhi dell’osservatore con forme stravaganti simili a un’aquila, a un alchimista o a una donna inginocchiata. Il tempo però ha favorito la nascita di una serie di fantastiche teorie, in particolare in relazione alla pietra della donna orante: si racconta che non sia altro che l’innocente fanciulla Marta d’Elicona, pietrificatasi di propria volontà pur di non cadere nelle grinfie di un feroce demone della foresta.
In ogni caso la pietra che ricorda una donna inginocchiata si trova presso la Rupe dell’Acqua, a due passi da una vasca utilizzata forse per raccogliere l’acqua piovana, da un palmento e una tomba della tipologia a grotticella: quest’ultima è indicata proprio dalla pietra a forma di aquila che, non a caso, per gli antichi aveva il compito di accompagnare i defunti verso l’oltretomba.
Presso la Rupe del Fuoco si trova un altro megalite con sette gradini intagliati nella roccia, probabilmente punto di osservazione del cielo: si pensa infatti che il sito di Argimusco sia stato usato dalle popolazioni antiche del luogo non solo come area dove compiere riti sacrificali ma anche come una sorta di osservatorio astronomico, per studiare le costellazioni e formulare i primi rudimentali calendari in base allo scorrere delle stagioni.
Cosa vedere a Montalbano Elicona
Il Castello di Montalbano Elicona è certamente una delle primissime cose da vedere una volta arrivati sul posto: voluto da Federico II di Svevia nel ‘200, è stato restaurato nel 1302, fungendo da residenza anche per gli Aragona e per gli spagnoli. La fortezza, imponente vista dal basso, domina il borgo con il suo mastio e le due torri merlate; gli interni, spesso in parte affrescati, mostrano il rigore e la regalità di un tempo, come dimostra la cappella reale in stile bizantino con all’interno le spoglie di Arnoldo da Cillanova.
Il castello ospita il Museo degli strumenti musicali medioevali, con pezzi che rievocano antiche ballate suonate a corte da giullari o menestrelli e il Museo delle Armi, con reperti disposti su ordinate rastrelliere con tanto di descrizioni e pannelli informativi.
Un altro spazio espositivo è fuori dal castello di Montalbano Elicona e si tratta del Museo Eugenio Belfiore: è dedicato alla storia e alla fotografia, con più di 200 foto (alcune anche risalenti all’800) che narrano la vita rurale di un tempo, tra volti, costumi, paesaggi e feste.
Passeggiando per il borgo si incontrano molti edifici di culto, dalla Chiesa dello Spirito Santo di cui resta solo un rosone a quella di Santa Caterina d’Alessandria che custodisce la statua cinquecentesca della santa realizzata dal Gagini. Imperdibile è però il Duomo di San Nicola, dallo stile più contemporaneo e affiancato da un campanile realizzato nel 1645: la chiesa si rivela un vero scrigno di tesori, tra i quali spiccano un crocifisso ligneo quattrocentesco, l’Ultima Cena di Guido Reni e un magnifico baldacchino baroccheggiante del ‘700.
Per visitare le bellezze di Montalbano Elicona ed esplorare anche il territorio circostante, tra tholos, mulini lungo il corso dell’Elicona e la biodiversità della Riserva del Bosco di Malabotta, basta visitare il sito di Grimaldi Lines e acquistare un biglietto a tariffe convenienti, approfittando delle offerte per traghetti per la Sicilia, sia a tempo che valide tutto l’anno.
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