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Ibiza Sabor 2023: viaggio enogastronomico d’autunno
Con l’arrivo dell’autunno, anche Ibiza cambia aspetto. Ai lussuosi yacht ormeggiati nel porto della Marina e alle feste in spiaggia con mega session di DJ internazionali non-stop si alterna, da settembre in poi, un’offerta più rilassata, volto di un’isola che ama anche riposare.
È il momento in cui gli abitanti del posto si godono la propria Ibiza e riescono a viverla con maggiore autenticità. Anche il turista assapora il piacere di passeggiare per vie e piazze quasi solitarie, di sedersi sulla sabbia di spiagge tranquille dove il silenzio è rotto solo dalle onde o di perdersi tra le pinete alla ricerca di funghi. Il pranzo, da queste parti dura fino al tardo pomeriggio e poi si possono visitare i mercati tradizionali dallo spirito hippie, ma senza folla. Via, quindi, il cappello di paglia, i sandali e il copricostume. Largo, invece, a giubbino e sneakers per scoprire l’isola bianca riscaldata da un sole meno cocente.
Ibiza sabor 2023: i prodotti tipici
Sono, in tutto, una cinquantina i ristoranti a Ibiza che partecipano alle giornate gastronomiche autunnali: protagonisti assoluti sono la cucina tradizionale dell’isola e i prodotti autoctoni (olio, zafferano, sobrassada o formaggio), autentici gioielli gastronomici locali.
Olio Evo IGP
Ibiza possiede oltre 170 ettari di uliveti, per un totale di 415 tenute, in cui vengono coltivate due varietà principali: Arbequina e Picual. I frantoi dotati di impianto di imbottigliamento sono 4 e servono ben 360 olivicoltori (18 marchi).
Circa 20.000 litri possono essere imbottigliati con l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), gli altri – invece – sono destinati a uso privato.
La via dell’olio, a Ibiza, è un tour che comincia al frantoio di Sant Joan, e passa dal vecchio mulino Can Pep de Sa Plana, a Buscastell, uno dei più antichi della Spagna, ancora in funzione.
Qui si fa l’olio come nell’antichità, utilizzando pezzi del I secolo a.C. In particolare, questo vecchio frantoio ha un tipo di torchio che è stato utilizzato dal I al IV secolo d.C. e che è un esempio unico, un monumento della vecchia Ibiza, la storia vivente dell’isola.
Sobrasada de Ibiza
La più grande azienda agricola si chiama Can Toni de Sa Cova e si trova a Sant Miquel: qui, ogni anno viene allevata una media di 180- 200 maiali. L’attività è cominciata 20 anni fa e oggi dà lavoro a ben 3 generazioni. I maiali sono allevati in recinti molto grandi, dove si muovono liberamente e la loro alimentazione si basa su ciò che i fattori coltivano e producono, principalmente orzo e carruba. Gli animali hanno recinti puliti, cibo buono e acqua. Il risultato è un prodotto sano e di qualità. Can Toni de Sa Cova fornisce i principali marchi dell’isola: Companatge, Juan Ros, Juan Viola e Es Cucó. La sobrasada è il risultato di una lavorazione artigianale, cominciata 10 anni fa. La ricetta è quella autentica dei vecchi, ma oggi si regolano con più precisione umidità e temperatura, in modo che il salame non si rovini. Così la sobrasada de Ibiza continua a essere come quella fatta in casa. La produzione annuale raggiunge i 3.000 chili: il salame, in realtà, è pura carne, con il 60% di proteine e il 40% di grassi. Viene tritato finissimo per poter essere spalmato: il resto degli ingredienti sono il sale delle Salinas de Eivissa, la paprika biologica di Es Toc Vermell, qualche grano di pepe e un conservante naturale, a base di estratto di rosmarino, che non si può apprezzare nel sapore.
Il formaggio di campagna
Il formaggio artigianale di Ses Cabretes è il protagonista dei tour enogastronomici, a Ibiza. Si tratta di un prodotto completamente artigianale, a base di caglio vegetale, che si vende in ben 3 varietà: molle, stagionato e semistagionato. Viene prodotto in molte aziende agricole, ma la più grande è la tenuta Ca Na Portes a Sant Antoni, dove vengono allevati 120 capi di bestiame. I fattori sono autodidatti: procedendo per tentativi, con pazienza e nel tempo, sono riusciti a sfoggiare il prodotto di alta qualità che vendono oggi.
I dolci
La cucina tradizionale di Ibiza punta tutto sui dolci natalizi. La salsa de Nadal è una specialità di Ca n’Alfredo: un tempo, era considerato un dolce di lusso, oggi è sinonimo di festa. Gli ingredienti essenziali sono le mandorle, le uova, il brodo di pollo e di agnello. Questo brodo, ancora molto caldo, viene passato attraverso un colino in una pentola e poi si aggiungono zucchero, zafferano, sale e pepe.
Can Serra e Can Cova Camp, invece, sono le patrie del bescuit, il dessert tradizionale di Eivissa, che accompagna la salsa Nadal e che poche famiglie dell’isola preparano. Gli abitanti di Sant Mateu, per esempio, lo fanno ogni anno, con un impasto molto delicato, per ottenere una consistenza morbida e spugnosa. Anticamente veniva cotto nello stesso forno del pane.
A Can Rampuixet, invece, puntano tutto sul pagès torrone, una ricetta tramandata per decine di generazioni e che oggi vanta oltre 150 anni di storia. A prepararlo, come da tradizione, sono le donne: alcune aggiungono frutta candita, altre mele cotogne. Una vera leccornia.
Il pane tradizionale
Anche il pane, a Ibiza, ha una sua particolarità: è impastato con farina di grano xeixa. Dopo essere stata soppiantata per decenni da tipi industriali più redditizi, questo grano oggi viene di nuovo coltivato al molino de Saint Miquel.
Uno dei fornai che utilizza questa farina per realizzare il suo prodotto è Mustafá Zeghari, del panificio Gatzara, a Sant Carles. Il risultato è diverso dal solito pane, necessita fino a 24 ore di lievitazione, prima di essere cotto. Ancora poco conosciuto dagli stranieri, il pan de xeixa è, invece, molto amato dalla gente del posto che lo acquista fresco ogni giorno dal forno.
Ibiza sabor 2023: Barcellona val bene una sosta
Il tour enogastronomico di Ibiza non è completo senza una sosta a Barcellona: per una full immersion nel gusto, il consiglio migliore è quello di raggiungere l’isola in traghetto. Ci si può imbarcare da Porto Torres, in Sardegna, oppure da Civitavecchia e fermarsi almeno un giorno a Barcellona, prima di reimbarcarsi nuovamente, alla volta delle Baleari.
Parola d’ordine: vamos a tapear, che significa andiamo a mangiare tapas, un vero sport nazionale in Spagna.
L’idea è fare uno spuntino bevendo qualcosa. Ognuno ha il proprio stile, le scelte variano da locale a locale: il risultato è un’infinita selezione di sapori da gustare. Alcune tapas sono bocconcini da sgranocchiare con l’aiuto di uno stuzzicadenti, altre sono fette di pane condite con vari ingredienti, altre ancora sono assaggini di piatti diversi.
Tra le preparazioni più classiche ci sono:
- Patatas bravas. Tradotto letteralmente, patate coraggiose: è uno dei best-seller. Le patate vengono saltate nell’olio e servite con una salsa di peperoncino più o meno piccante e talvolta con un aioli.
• Tortillas. Immancabile, la frittata di patate, spesso servita con l’aioli. La preparazione può essere semplice oppure aromatizzata secondo l’estro dello chef (funghi, peperoni, olive, etc.).
• Croquetes. Si tratta di piccole crocchette fritte e ripiene di diversi ingredienti (tipicamente, pesce o carne).
• Pà amb tomàquet. Utilizzato come spuntino o contorno, di origine tipicamente catalana, questo piatto è composto da pane tostato, strofinato con aglio e pomodoro, e poi condito con olio d’oliva.
• Charcuteries. Prosciutti, salsicce fresche e secche etc.
Attenti, però: come ogni leccornia, anche le tapas creano dipendenza. Assaggiare per credere.
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