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I presepi di Bronte, esposizione permanente fino al 7 gennaio
Non esiste casa in Italia che a Natale non abbia il suo presepe, piccolo o grande che sia: è vero che c’è anche l’albero di Natale, con le sue decorazioni e lucine che riscaldano l’atmosfera, ma è il presepe che rappresenta al meglio il Periodo dell’Avvento, con la Natività, i pastorelli e l’intera scenografia.
Ci sono luoghi dove queste installazioni sono vere e proprie istituzioni, come ad esempio a Napoli con la strada di Spaccanapoli dove si vendono statuine di ogni materiale e grandezza e la cui notorietà ha fatto ormai il giro del mondo.
Ma ci sono anche altre località in Italia dove la tradizione presepistica è viva e antica e Bronte è una di queste: questo borgo della Sicilia orientale è famoso soprattutto per il suo pistacchio, apprezzato e utilizzato per gustose preparazioni dolci e salate, ma ultimamente è diventato meta di tutti gli appassionati di presepi, che si mettono in marcia, su e giù per l’Italia, alla scoperta delle realizzazioni più belle dedicate alla festa più amata dell’anno.
La compagnia navale Grimaldi Lines è leader nel settore dei trasporti via mare e permette ai propri clienti di raggiungere la Sicilia dai porti di Salerno, Napoli, Livorno, Cagliari e Palermo, su navi tecnologiche, sicure e veloci, regalando ore di viaggio nella più totale comodità: infatti, a bordo non mancano punti ristoro, centri benessere e aree divertimento, piscina e negozi dove trascorrere il tempo senza annoiarsi mai.
Bronte è un grazioso borgo che sorge a poca distanza dalla costa orientale dell’isola, in particolare da Acireale e Catania: si trova proprio alle falde del Parco dell’Etna, di cui è parte integrante come lo è anche del Parco dei Nebrodi.
C’è chi raggiunge appositamente Bronte nel mese di ottobre per partecipare alla Sagra del pistacchio, eccellenza locale DOP dal sapore aromatico, la cui coltivazione è stata introdotta tra il VIII e il IX secolo dagli arabi. A questo gioiello verde è dedicato anche un museo, che permette ai visitatori di fare un’emozionante esperienza interattiva che aiuta a conoscere di più sulla coltivazione di questi frutti e sulla loro lavorazione.
Un paio di mesi dopo invece, all’inizio di dicembre e del periodo dell’Avvento (precisamente dal 1 dicembre fino al giorno dell’Epifania), Bronte ospita una mostra permanente di presepi: è una tappa imperdibile per tutti coloro che vogliono respirare la vera atmosfera natalizia, occasione anche per dedicare qualche ora alla visita del borgo etneo.
L’esposizione è promossa e organizzata in maniera impeccabile dalla Fraternità dei Popoli, una fondazione i cui scopi principali sono promuovere l’arte presepiale, ma anche prendersi cura e seguire i giovani e le famiglie della comunità di Bronte, preservandone la propria preziosa identità.
La mostra si svolge in via Cardinale De Luca e le sue origini affondano nel 2002, quando l’associazione riceve un lascito importante composto da 20 presepi: questo lascito, improvviso e inaspettato, ha incentivato l’acquisto di altre realizzazioni, celebrando così la fratellanza e la pace universale, valori essenziali del Natale.
Non si può non restare stupefatti davanti alla maestria e alla minuziosità degli artigiani, del passato o di oggi, con un’attenzione strabiliante per i particolari delle statuine e della scenografia: tutti i presepi sono accomunati dall’atmosfera che trasmettono, cristallizzando il momento della nascita del Bambinello che avrebbe mondato i peccati dell’uomo.
I presepi italiani provengono da ogni regione e città: ci sono quelli napoletani, baroccheggianti e sontuosi con le statue che vestono ricchi abiti di stoffa; i presepi pugliesi sono in cartapesta oppure riproduco in scala i trulli di Alberobello, portando un pezzo di Puglia sull’isola siciliana; splendidi sono anche le realizzazioni dei borghi siciliani di Santo Stefano di Camastra, di Sciacca e di Caltagirone, accomunati dall’uso della ceramica colorata lavorata dagli artigiani secondo tecniche antichissime.
È poi molto interessante come materiale la ceroplastica (nota sin dall’epoca medioevale), il cioccolato, il cotone e il corallo, abilmente plasmati per dare forma ai personaggi della Sacra Famiglia, ai pastorelli, agli angeli e al popolo.
La mostra permanente di Bronte espone presepi provenienti anche da altre parti del mondo, i quali rivelano i costumi locali, aprendo una finestra sul mondo attraverso il Natale. Ci sono presepi realizzati negli Stati Uniti d’America, in Africa con il legno, in Giappone, in Cina, in India, in Russia, in Germania, in Francia, in Spagna e ovviamente in Medio Oriente: uno dei presepi più belli è proprio quello in madreperla fatto a Betlemme, proprio il luogo di nascita di Gesù.
Impossibile poi non ammirare estasiati la riproduzione della Natività incisa sulle porte in bronzo del Battistero di Firenze, opera pregevole del Ghiberti del XV secolo.
Uno sguardo a Bronte e al suo patrimonio storico
Per ammirare i presepi della mostra permanente di Bronte, basta acquistare un biglietto sul sito Grimaldi Lines e magari portare con sè il proprio animale domestico, seguendo attentamente le indicazioni e le condizioni previste. I cani e i gatti possono passeggiare sul ponte e, previo pagamento del servizio pet in cabin, anche sostare in cabina, con tanto di corredo ad hoc e servizio di pulizia alla fine del viaggio.
Una volta arrivati a Bronte, oltre a visitare la mostra permanente dei presepi, si consiglia di conoscere a fondo questa cittadina che, secondo la leggenda, porta il nome del ciclope figlio di Nettuno. Nel corso della sua storia, Bronte ha vissuto anni di grande lustro quando Horatio Nelson, ammiraglio britannico, diventa duca del territorio. Pare che persino Patrick Prunt cambia il proprio cognome in Brontë, proprio per onorare Nelson: Prunt era il padre delle celebri scrittrici Charlotte, Emily e Anne.
Passeggiando per il borgo, tra botteghe di artigiani, scalinate e vicoli dall’aspetto vagamente arabeggiante, si incontra la Chiesa Madre della Santissima Trinità del XVI secolo: oltre la sua facciata barocca si trova un ambiente ricco di opere d’arte come un crocifisso del ‘500 e un bellissimo fonte battesimale del 1614.
A Bronte le chiese non mancano, ma in passato, precisamente nell’anno 1174, se ne contavano almeno 32, distrutte poi dal terremoto: meritevoli di visita sono in ogni caso anche il Santuario dell’Annunziata con finestrella in pietra lavica e portale in arenaria e la Chiesa del Sacro Cuore decorata con fregi e stucchi barocchi e rinascimentali.
In Piazza Spedalieri ecco il Real Collegio Capizzi, costruito nella seconda metà del ‘700 da don Eustachio Ignazio Capizzi (nel 1858 dichiarato venerabile dal pontefice Pio IX) per istruire i giovani di Bronte e mettere loro a disposizione una biblioteca, che ancora oggi conserva manoscritti e libri del ‘700 e dell’800. Tra gli studenti più illustri di questo collegio, che contribuì egregiamente alla formazione didattica e culturale di gran parte della Sicilia, ci furono Enrico Cimbali e Luigi Capuana.
Al confine col territorio di Maniace sorge poi il Castello di Nelson, noto anche come Abbazia di Santa Maria di Maniace: il monastero benedettino del XII secolo fu voluto direttamente da Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I di Sicilia e poi fu donato all’ammiraglio Horatio Nelsen. Del castello si possono ancora oggi ammirare la cinta muraria intervallata da torrette, il granaio, la foresteria, la chiesetta di S.Maria di Maniace e gli appartamenti.
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