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Celebra la Festa di San Nicola a Irgoli
Irgoli: tra storia, bellezze naturali e folclore
Sita in Sardegna, nella provincia di Nuoro, Irgoli è una cittadina di 2.193 abitanti facilmente raggiungibile dallo stivale italiano, attraverso il servizio offerto dalle più importanti compagnie marittime, sbarcando ai porti di Olbia, Cagliari, Arbatax e Porto Torres. Grazie ad alcuni reperti archeologici è stato possibile rilevare la presenza di abitanti già dall’epoca pre-nuragica, nuragica e romana. Nel periodo medioevale fu dominata dal Giudicato di Gallura, rientrando sotto la curatorio di Orosei. Con la morte, nel 1296, del giudice Nino Visconti, Irgoli cadde sotto il controllo della Repubblica di Pisa e successivamente, nel 1323, sotto quello Aragonese. Nello stesso periodo la città venne annessa alla Baronia di Orosei ed ottenne riscatto solo nel 1839 quando terminò il periodo feudale. Dalla prima metà del Novecento, tra il 1927 e il 1946, insieme a Onifai, Loculi e Galtellì venne creata un’entità comunale unica sotto il nome di Irgoli di Galtellì.
Cosa vedere a Irgoli?
Architettura: punti di interesse religioso, storico-culturale
Sull’intero territorio di Irgoli sono presenti un elevato numero chi chiese: tre rientrano tra le campestri ovvero Sant’Elena, Nostra Signora di Costantinopoli e San Michele, mentre altre sette sorgono proprio nel centro abitato e sono quelle di San Giovanni Calibita, Santa Croce, Sant’Antioco, Santi Miali, San Nicola di Bari, Santa Brigida e San Giovanni Battista. La più importante è senza dubbio quella di San Nicola di Bari, patrono della città, eretta nel 1634, che rappresenta l’edificio religioso di più ampia metratura presente nell’area. Ad esclusione della chiesa di Sant’Elena, che solo nel 2000 è stata aperta al culto, tutte le costruzioni religiose presenti appartengono al periodo che intercorre tra il XVI secolo e il XVII secolo. Infine, tra le più antiche è possibile citare quella di Santu Miali, costruita nel XIII secolo sui resti della Tomba dei Giganti, dove in passato sorgeva il giardino del cimitero.
Monte Senes
Il territorio di Irgoli è incorniciato sul versante Nord dalla catena dei Monti Remule. La vetta più alta è sicuramente quella del Monte Senes, particolarmente apprezzata da coloro che amano programmare escursioni, trekking e attività sportive all’aria aperta. Tra le particolarità del monte vi sono la presenza di un grande numero di sorgenti di acqua che bagnano i verdeggianti boschi di Padente e Norighio e l’incantevole scorcio dal Gennargentu al Monte Albo e i panorami mozzafiato tra il Golfo di Orosei e la Tavolara.
Murales
Tra le caratteristiche che attraggono turisti e visitatori a Irgoli vi sono sicuramente i murales, ovvero disegni e dipinti realizzati sulle pareti degli edifici cittadini. Infatti è possibile ammirali non solo passeggiando per le sue caratteristiche stradine, ma anche sulle case e nei cortili. Osservandoli è possibile notare la rappresentazione di scene di vita quotidiana del passato, ma anche immagini fantastiche e naturalistiche.
Archeologia
Reperti archeologici e testimonianze delle civiltà passate sono piuttosto abbondanti. Proprio grazie al loro rinvenimento, gli studiosi hanno potuto riscontrare la presenza di una vera e propria popolazione della zona di Irgoli fin dalla preistoria. Infatti, nonostante la presenza di nuovi edifici, di vecchia o nuova costruzione, nell’area circondata da Sant’Antioco, Ruinas e Santo Stefano è emersa la presenza di pozzi e muri e sono stati ritrovati oggetti dal significativo valore storico come monete, piccoli resti di vasi e oggetti in ceramica, bronzo e terra. Non solo, anche i Nuraghi, le mura ciclopiche, la Domus de Janas del periodo neolitico, la Sa Tumba ‘e su Zigante di Othieri dove è stato possibile scoprire il rito dell’incubazione e le chiese di Santu Lussurju e Sant’Adriana risalenti al Medioevo hanno permesso di scoprire alcuni aspetti significativi delle civiltà passate che compongono il quadro culturale dell’odierna città di Irgoli.
Festa di San Nicola: la tradizione a Irgoli
Molti turisti e visitatori si recano a Irgoli, usufruendo del vicino porto di Olbia , durante il primo weekend di Maggio, per prendere parte alla caratteristica festa patronale di San Nicola. Organizzata dal comitato omonimo, prende avvio il venerdì con i tipici canti sardi accompagnati dal suono dolce della chitarra, prosegue il sabato con eventi artistici, culturali e gastronomici e termina la domenica con i tipici balli in costume e le esibizioni delle band folk locali. Non solo, local e forestieri possono immergersi nel clima di festa prendendo parte a tornei, balli e al vivace intrattenimento che scalda le vie centrali della città. Tuttavia la maggior parte delle attività si svolgono nei pressi della chiesa di San Nicola di Bari, fulcro dei festeggiamenti e degli eventi più solenni di stampo religioso. La struttura fu commissionata al Curato di Irgoli Mossone Sini Giovanni durante il 1634. Osservando la struttura esterna è possibile notare il peculiare stile Romanico Gotico dalle linee semplici e pulite. Infatti, la facciata dispone di due nicchie laterali e una vetrata a mosaico che ritrae proprio il patrono della città ovvero San Nicola mentre la gradinata fu realizzata in granito. Percorrendo la navata centrale, sormontata da una volta a botte, si possono notare due corridoi minori a sinistra e a destra, adornati rispettivamente da 4 cappelle. Peculiare è altresì l’altare, realizzato in marmo dalle tonalità bianche, costituito dalle antiche balaustre (che attualmente fungono da colonne) utilizzate per distinguere il corpo centrale della chiesa dal presbiterio.
Volgendo lo sguardo verso l’alto, invece, è possibile ammirare la meravigliosa statua che ritrae il patrono San Nicola di Bari, nato in Asia minore nel 260, più precisamente a Patara, zona dove attualmente si trova la Turchia. Nominato vescovo di Mira, intorno alla sua figura sono state costruite leggende e storie che testimoniano la sua devozione alla fede, alla carità e all’attenzione verso il prossimo. Oltre al merito di aver combattuto strenuamente per la riduzione del tributo dovuto dai cittadini durante un periodo di forte carestia, gli si deve anche le trattative svolte con i marinai per conferire prestigio al porto di Mira. Alcune leggende parlano del suo intervento per la risurrezione di alcuni bambini, l’aiuto verso le donne bisognose del paese a costituire una dote significativa in vista del matrimonio salvandole così dalla decapitazione.
Molti non sanno che il suo nome deriva da un particolare evento accaduto durante l’XI secolo quando, San Nicola, a seguito della conquista normanna della città pugliese di Bari che la rese capitale dei Bizantini in Italia, alcuni marinai sbarcarono a Mira nel 1087 e si introdussero nella chiesa, impossessandosi delle spoglie del santo. Portate a Bari, vennero conservate in una cripta dove attualmente sorge la cattedrale a lui dedicata. Proprio per questa ragione rappresenta uno dei santi più amati e celebrati non solo nel nostro paese, ma in tutto l’Oriente e l’Occidente, nelle chiese cattoliche e ortodosse, grazie anche al collegamento con Babbo Natale, molto amato dai bambini. La sua morte viene fatta risalire al 6 Dicembre 343 d.C..
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