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Atene, il 24 e il 31 dicembre andate nella Piazza Syntagma
La Grecia è uno dei Paesi più visitati al mondo e non si fa fatica a capirne il perché, alla luce dell’immenso patrimonio archeologico e storico presente sul territorio, senza ovviamente dimenticare le isole e gli scenari paesaggistici che caratterizzano questa terra dal passato leggendario.
Chi desidera visitare la Grecia e in particolare Atene, senza lasciarsi sopraffare dalle alte temperature e dai turisti che in gran numero la raggiungono in estate, può scegliere il periodo dell’Avvento. In città l’atmosfera diventa più calda e conviviale e sono organizzati eventi di ogni tipo, legati in gran parte alle tradizioni antiche greche: si pensi ai canti natalizi, i Kálandas, le cui note risuonano nelle vie di Atene e nelle sue piazze più rappresentative, a partire dalla centralissima Piazza Syntagma.
Cosa sono i Kálandas
Ad Atene, la capitale greca sorta nel cuore dell’Attica, alle falde del monte Parnete, il mese di dicembre è ricchissimo di eventi a cui assistere, occasioni perfette per conoscere il volto meno turistico della città, ma molto più vero e autentico. Certamente in questi giorni, ossia in bassa stagione, la città si presta a essere visitata in tutta tranquillità, senza lesinare qualche escursione nei dintorni, ad esempio alla volta del magnifico Tempio di Poseidone a Capo Sounio.
I traghetti Grimaldi Lines partono dai porti di Brindisi e di Ancona, per approdare a Corfù oppure a Igoumenitsa: le tratte si rivelano comode, con i passeggeri che potranno godersi le ore di viaggio senza annoiarsi mai, tra centri benessere, negozi dove fare shopping, aree ricreative, caffetterie e ristoranti dove pranzare vista mare degustando piatti tipici della cucina mediterranea.
Piazza Syntagma è il cuore pulsante dell’Atene contemporanea, il luogo dove sorge il Parlamento, con ai piedi il testo inciso nella pietra della famosa orazione pronunciata da Pericle alla fine della Guerra del Peloponneso e la Tomba del Milite Ignoto vegliata dalle famose guardie Evzones. Questi soldati, con le loro babbucce, i pon-pon e la fustanella, ogni giorno allietano i visitatori nel cambio della guardia, una danza davvero spettacolare. Eppure, durante il periodo dell’Avvento, dal 24 al 31 dicembre, c’è un altro evento che ruba l’attenzione agli Evzones: si tratta dei Kálandas, i canti natalizi tradizionali greci, che rimandano vagamente ai Christmas Carol che pullulano nelle cittadine statunitensi a Natale.
Nel caso dei Kálandas, l’origine è ben più antica e il significato molto più profondo e non meramente folkloristico: si tratta infatti di inni augurali e celebrativi cantati solamente dai bambini prima di festività importanti. Rappresentano però anche un modo per unire la comunità e per preservare una tradizione molto antica, impedendo che questa si perda nel tempo.
I Kálandas sono cantati in katharevousa, che è una sorta di greco antico leggermente modernizzato, contrapposto invece alla lingua più popolare: in passato i bambini, con in mano i loro triangoli, si aggiravano per le strade delle città intonando questi canti.
Alcuni studiosi affermano un legame tra i Kálandas e le Iresioni, citate nel VI a.C. da Omero: in effetti anche in questo caso, gli inni erano cantati dai bambini per ringraziare le divinità greche e in particolare Apollo, per i buoni raccolti avuti. In questo caso i cantori portavano dei rametti di ulivo decorati da fili di lana bianca e rossa, ma anche vasetti ricolmi di miele e di olio di oliva.
La tradizione dei Kálandas non si è persa e ancora oggi, nei quartieri di Atene come quello caratteristico di Plaka, i bambini (chiamati per l’occasione Kálandistès) si aggirano per le case o lungo le vie della città tra gli esercizi commerciali, con il loro carico di strumenti musicali, ossia fisarmonica, flauti, tamburelli, armoniche e triangoli (a Creta ad accompagnare i cantori ci sono anche la lira e i liuti, mentre nelle isole dell’Egeo si utilizzano anche i violini).
La consuetudine prevede che i Kálandistès chiedano il permesso per cantare e, ricevuta la risposta affermativa, inizino a intonare dolci melodie cariche di significato, di simbolismo ma soprattutto di gioia.
I Kálandas si cantano, dunque, in occasione del Natale per celebrare solennemente la nascita del Salvatore: i bambini in cambio ricevono, da chi li ascolta, frutta, dolci oppure qualche monetina, come segno di buona volontà e di sentita benedizione.
Ci sono poi i Kálandas di Capodanno che hanno un significato chiaramente propiziatorio per il nuovo anno: non a caso i Kálandistès portano con loro il simbolo per eccellenza della prosperità e dell’abbondanza, ossia il melograno.
I Kálandistès intonano canti anche in occasione dell’Epifania, con testi che non fanno che approfondire la rivelazione del Figlio di Dio e la sua benedizione su tutti gli uomini.
Alla scoperta di Atene sulle note dei Kálandas
I greci sono molto legati alla tradizione dei Kálandas, tanto che uno dei massimi esponenti della Scuola di Pittura di Monaco, Nikiforos Lytras, vi ha dedicato un mirabile dipinto intitolato appunto Kálanta: la scena ritrae un gruppo di bambini in abiti antichi, nell’atto di suonare i loro strumenti e di cantare gli inni celebrativi, nel centro del cortile di una casa, davanti a una donna che li osserva da una finestrella mentre tiene in braccio un infante.
In Piazza Syntagma le note dei Kálandas risuonano soavi e commoventi nell’aria, proprio come succede nel cuore del Plaka, l’antico quartiere di Atene dove non mancano le taverne in cui assaggiare le tipicità greche natalizie: da non perdere in particolare i biscotti melomakàrona con miele, olio di oliva e noci tritate, i burrosi frollini kourabièdes con le mandorle e i dìples, ossia della gustosa pasta fritta ricoperta di miele che ricorda vagamente le cartellate pugliesi, seppure di forma differente.
Trasportati dalle note dei Kálandas, si possono visitare le bellezze del quartiere, dalle chiese bizantine di San Nicodemo e di San Nicola Rangabas, al Museo dell’Arte Folkloristica Greca ricco di ceramiche, utensili lignei e in argento, ricami e antichi costumi. Dalla Plaka si arriva facilmente ad Anaflotika, dove non sembra più di essere nella capitale greca ma in uno dei villaggi delle isole cicladiche con case dalle mura bianche e le imposte blu.
Non lontano si trova invece il quartiere di Monastiraki, in cui si svolge un mercatino delle pulci dove non si avrà difficoltà ad acquistare i gouria: si tratta di ciondoli, da portare con sè oppure da sistemare in casa, che pare portino fortuna. Non si può infatti andare ad Atene in pieno periodo natalizio senza acquistare questi gingilli e magari regalarli a qualche parente o amico quando si torna a casa.
Sono ovviamente d’obbligo visite all’Acropoli, sito UNESCO ricco di antiche vestigia di templi e del Partenone in particolare, al Museo dell’Acropoli e al Museo Archeologico Nazionale, i cui reperti quali la maschera di Agamennone e il fantino di Artimisso rimandano il visitatore indietro in tempi tanto lontani ma mai dimenticati.
Per non perdersi i Kálandas in Piazza Syntagnìma ad Atene e visitare le bellezze della città nel periodo natalizio, basta acquistare un biglietto per un traghetto in Grecia, approfittando delle offerte più vantaggiose e degli sconti dedicati agli over 60, ai minori e a chi combina le tratte Minoan Lines e Grimaldi Lines.
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