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Visita il Castello di San Michele a Cagliari
Il castello di San Michele a Cagliari: le origini
Situato in cima a uno dei sette colli di Cagliari, il Castello di San Michele domina la parte nord della città. Un tempo era circondato da campagna e si stagliava in una posizione che permetteva di vedere i nemici che arrivavano dalla pianura del Campidano o dal mare. Poi, però, con il passare dei decenni, la città ha guadagnato terreno e ora le costruzioni si sono avvicinate al castello. Il colle dove si erge l’edificio fu luogo di culto pagano sotto le dominazioni di romani e bizantini, prima che vi venisse fondato un monastero dell’ordine di San Michele. La costruzione, poi, venne abbandonata, così, all’epoca dei giudicati, al suo posto fu eretta una torre sentinella.
Quando i pisani presero la città, rinforzarono la struttura, realizzando le fondamenta del futuro castello. Nel XIII secolo vennero, quindi, aggiunte due torri sul lato est. La quarta torre sarebbe stata costruita, invece, dagli Aragonesi e da Berengario Carroz, che ricevette il colle in feudo dal Re di Spagna.
A partire dal 1325, fu lui a intraprendere i lavori per trasformare il luogo in fortezza e residenza lussuosa. Il castello venne, così, ribattezzato “Bonvehi”, per via del panorama mozzafiato. L’ultimo membro di questa famiglia ad abitare qui fu la contessa Violante, il cui fantasma si dice infesti ancora i corridoi dell’edificio.
Nel XVI secolo, il castello cadde in disuso e divenne lazzaretto durante la grande peste di Sant’Efisio del 1652. Fu nuovamente abbandonato per un secolo, poi nel 1793 vi vennero trasportati dei cannoni per impedire l’invasione dell’esercito napoleonico. La fortezza divenne in seguito residenza privata, poi stazione telegrafica della Marina. Oggi, è un museo di arte contemporanea.
Castello di San Michele: la storia del fantasma
Il fantasma del castello di San Michele ha un nome e un cognome precisi: Violante Carroz, figlia di Berengario,vissuta tra il XVI e il XVI secolo. Aveva appena 15 anni (era il 1470) quando l’allora giovane fu colpita da due lutti consecutivi: dopo suo padre morì, infatti, anche il primo marito Dalmazzo. La ragazza passò, così, sotto la protezione dello zio, Nicolò Carroz d’Arborea, che la sottopose a un’educazione oltremodo rigorosa e le impose di vivere, appunto, nel castello di San Michele. Questa sua permanenza le fece guadagnare il titolo di contessa di Cagliari.
Il secondo marito
Ad appena un anno dall’evento funesto, Violante Carroz si risposò con Filippo Castre Sol. Dall’unione nacquero 2 figli: Giacomo e Filippo. Diventare madre fece tornare il sorriso sul volto della contessa, ma non durò a lungo: ben presto, infatti, durante la sua prima passeggiata in città, Violante scoprì che il suo popolo non amava affatto essere governato da una donna. Dovette, perciò, imporre punizioni esemplari per farsi rispettare. Per questo, si guadagnò il soprannome la sanguinaria.
A forgiare il duro carattere della contessa contribuì, di certo, il terzo lutto della sua vita: il secondo marito, infatti, morì nel 1481, quando Violante aveva appena 26 anni. Non si trattò, stavolta, solo di superare il dolore ma anche di vincere una lunga battaglia legale contro la suocera, decisa a portarle via non solo i figli, ma anche averi e possedimenti. Violante chiese aiuto, così, ai familiari spagnoli. Lasciò l’Italia, e la Sardegna, per cinque lunghi anni e vi fece ritorno nuovamente sposata, nel 1496, con Berengario.
La perdita dei figli
Il 1503 fu di nuovo un anno funesto per la contessa, che perse, a breve distanza, entrambi i figli e, solo un anno, dopo lo zio Nicolò. La sua morte costituì un’ennesima prova dura per la contessa, in seguito alla causa intentata contro di lei dai suoi cugini. La guerra familiare si scatenò proprio durante la tumulazione di Nicolò Carroz D’Arborea: la chiesa di S.Francesco di Stampace ospitava i defunti di entrambi i rami Carroz, quello che faceva capo a Berengario, padre di Violante, e quello che risaliva a Nicolò, suo tutore e zio. Fu proprio durante la tumulazione di questi che i cugini di Violante vennero a scoprire che sulla tomba del figlio di Violante, Giacomo, erano stati sistemati addobbi contrassegnati come Carroz d’Arborea, il ramo appartenente allo zio. I figli di Nicolò, perciò, accusarono Violante di profanazione della casata. Ad aiutare la contessa tornarono i suoi familiari spagnoli. In cambio Violante dettò un testamento in loro favore: dispose, infatti, che alla sua morte beni e possedimenti sarebbero andati a Raimondo Centelles, suo nipote (ovvero il figlio di Luigi Centelles e della sorella Toda).
Il quarto marito e la scomunica
Nel 1508 Violante si innamorò di un altro Berengario e chiese a Giovanni Castangia, allora parroco di Quirra, di annullare il precedente matrimonio. Ne ottenne un rifiuto, ma non desistette: dopo essere stato catturato dalle guardie di Violante, Castangia fu impiccato e il suo corpo venne lasciato esposto oltre 15 giorni nella torre del castello di S.Michele. A causa di questo delitto, la contessa venne scomunicata.
Il pentimento e la morte
Rimasta sola, Violante si pentì del suo gesto, si ritirò a vita privata nel castello di San Michele e lì morì in isolamento, dopo aver redatto un secondo testamento. La leggenda vuole che la sua anima in pena vaghi ancora tra le stanze dell’edificio, all’interno del quale sarebbe custodito un tesoro che non è mai stato ritrovato.
Castello di San Michele: i dintorni
Impossibile venire a Cagliari senza visitare il centro: eccolo, allora, racchiuso nel quartiere Castello. Si tratta di uno dei 4 rioni storici della città, che si trova nella parte alta, su una rupe calcarea. È qui che si ergono i monumenti più belli del capoluogo sardo. Il quartiere fu fondato nel XIII secolo, divenne poi sede del potere e di residenze nobiliari del Regno di Sardegna, fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, abbraccia le tappe imperdibili di qualsiasi soggiorno a Cagliari. Ci sono il bastione di Saint-Rémy, la cattedrale di Santa Maria, la cittadella dei musei, le torri dell’Elefante e di San Pancrazio ma anche tanti piccoli negozi di artigianato e souvenir.
Il quartiere Castello ruota tutto intorno a Piazza del Palazzo, dove si erge la Cattedrale di Cagliari. Ai lati, trovano posto le torri medievali che da secoli vigilano giorno e notte la città. A breve distanza, i giardini pubblici costituiscono una bellissima oasi verde dove ripararsi dal sole in una calda giornata estiva: ospitano piante, alberi secolari ed elementi decorativi come le fontane. Il museo archeologico si trova a pochi passi, così come il mercato alimentare più grande della città, quello di San Benedetto, dov’è possibile acquistare frutta, verdura, carne, pesce, formaggi, salumi e prodotti tipici sardi.
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