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Sardegna, turismo ed ambiente
L’ecoturismo sbarca nell’isola. A Villasimius un percorso ecosostenibile con piste ciclabili, pannelli solari fino a ecoprodotti frutto di scarti di lavorazioni naturali. In tutta l’isola si moltiplicano iniziative per ridurre notevolmente l’impatto sull’ambiente. Gli esempi di hotel e resort alimentati al 100% da rinnovabili.
di Susanna Lavazza
C’è una parola che ha quasi perso il suo significato perché usata anche a sproposito: sostenibilità. È stata coniata durante la prima conferenza ONU sull’ambiente, nel 1972, anche se solo vent’anni dopo si è parlato di sviluppo sostenibile dell’umanità per mantenere l’ecosistema in equilibrio. Come spiega il dizionario Treccani, “nelle scienze ambientali ed economiche la sostenibilità è la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
Ma c’è un’isola dove tutto ciò è insito da secoli nel DNA, negli alberi genealogici, nella cultura. Dove la terra è madre e la natura non è mai matrigna: la Sardegna. Nelle tradizioni e nel rispetto del ciclo degli elementi c’è già la lungimiranza degli anziani, che si è trasformata oggi in azioni di avanguardia a livello europeo.
Il futuro della Sardegna è ecosostenibile: dalla nuova pista ciclabile ai pannelli solari che partirà da Villasimius, grazie alla start up Bicy Solar Street (BYS Italia), senza costi pubblici perché gli impianti fotovoltaici integrati nella pavimentazione accumulano e trasferiscono energia ai soggetti vicini, alle aziende come Edilana ed Edizero di Daniela Ducato, che ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, anche internazionali, perché fornisce coibentazioni e un centinaio di ecoprodotti per arredi e altro con scarti di lavorazione naturali. Dai Parchi regionali che hanno programmi di eccellenza per il turismo sostenibile come quello di Porto Conte (Alghero) dove il Ceas, che si occupa anche di Area marina protetta di Capo Caccia, ha promosso attività con i pescatori per il recupero dei rifiuti dai fondali o la sperimentazione della produzione di energia dal moto ondoso, al Parco nazionale dell’Asinara che ha appena ottenuto la Certificazione europea per il turismo sostenibile e rientra ora tra le 366 aree CETS con criteri di sostenibilità e rapporto turismo/ambiente a livello mondiale.
Dagli hotel e resort di lusso Delphina alimentati al 100% dalle rinnovabili e da sempre attenti alla sostenibilità in ogni dettaglio (vedi box), alle barche con motore elettrico per esplorare i dintorni di Cagliari (e-boatsardinia.com). Dalla neonata rete BEST (Biking Experience Sardinia Tourism) che raggruppa 14 Comuni soprattutto a Nord, con facilitazioni per chi viaggia su due ruote (e non inquina) ai villaggi dove si dorme nei pinnetti dei pastori, ma con tutti i comfort, come l’oasi sensoriale Essenza Sardegna a Torpé dove si pratica aromaterapia con le piante autoctone (lavanda, mirto, ginepro, elicriso). Dall’anno scorso in tutta l’isola è attiva una rete di ecoturismo a cui aderiscono una quarantina di realtà tra guide, tour operator e strutture di accoglienza, che propone vacanze al mare o nell’entroterra, nel rispetto dell’habitat (www.retecoturismosardegna.com).
Gli alberghi diffusi, i borghi rinati con lo smart working, si accompagnano a esperienze uniche. Ne è un esempio la trasformazione di Lollove, paesino in pietra di 13 abitanti, sì non è un errore, solo 13 abitanti, alle porte di Nuoro, con solo 70 case, che è stata stimolata dal giovane Simone Ciferni grazie a laboratori, festival, una dimora ricettiva che conserva tutte le caratteristiche del borgo, anche nella colazione, e il lancio del progetto Lollovers, che solo per il nome ha già attratto centinaia di persone (https://aperiturismo.consorziouno.it/rete-ecoturismo-sardegna/ ).
Lo stesso vale per la pastora Monica Saba, erede di generazioni di allevatori di Arbus, che insegna con una sapienza da Grande Madre a recuperare qualsiasi scarto ed autoprodurre. Nella sua dimora tra le colline, a Genna ‘e Scria, si impara a mungere e tosare le pecore, filare e tessere la lana, tingerla con i fiori, preparare pasta fresca e formaggi. Ma soprattutto a recuperare una parte di sé persa nel logorio della vita moderna. Un successo tale che personaggi famosi, ma in incognito, prenotano di anno in anno. Sardiniagreen invece è un insieme di produttori che utilizzano solo materie prime provenienti dall’isola e sementi antiche naturali, in collaborazione con La Grande Via del medico in prima linea per la prevenzione del cancro, Franco Berrino. La sostenibilità infatti passa dal rispetto del suolo e del mare, e in questo senso molti sardi stanno facendo onore ai loro antenati, campioni di longevità, pensando ai loro figli.
Un ottimo esempio? Quello di un team di agronomi, biologi, medici, ingegneri guidati da Eugenio Cavalli, con la consulenza della Edizero di Guspini, che hanno inventato un diserbante ecologico con gli scarti di lavorazione della Malvasia e degli agrumi e brevettato macchinari per la produzione su scala europea. A zero veleni, per il bene di api, acqua, suolo, aria, cibo, per una gestione sana del verde.
“L’Herbeeside” dice Daniela Ducato “si può usare sia in agricoltura, nelle vigne ad esempio, che nella gestione del paesaggio urbano per ritardare la ripresa vegetativa delle piante infestanti e nasce dalla conoscenza e competenza delle macchine agricole Cavalli, dalla lunga tradizione familiare”.
A giugno grazie alla fondazione Med Sea, molto attiva con il progetto Maristanis nella salvaguardia delle zone umide del Golfo di Oristano, è nata la Blue Community di MEDSEA. Un insieme di aziende del settore agricolo alimentare, della nautica e del turismo impegnate per il mare e l’ambiente in Sardegna che vogliono confrontarsi e attuare le buone pratiche, tra cui la Dimora diffusa Aquae Sinis a Cabras, l’Hotel Nascar a Santa Maria Navarrese, Sailover che sfrutta il parco nautico sottoutilizzato per consentire viaggi in barca a basso consumo con prodotti a bordo a Km 0 e Nieddittas, già impegnata nei Blue Eco Lab con il riuso dei materiali di scarto delle cozze per realizzare oggetti di design.
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