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Sardegna e Sicilia: riti e tradizioni della Festa dell’Immacolata
L’8 Dicembre di ogni anno ricorre la festività dell’Immacolata Concezione, un evento dal grande valore tradizionale e spirituale.
Secondo la tradizione, è la festa che apre ufficialmente l’inizio del periodo natalizio ed è anche il giorno in cui si decora l’albero di Natale e si allestisce il presepe. L’8 dicembre si celebra la Vergine Maria e il dogma dell’Immacolata Concezione. Poiché questa festività tende a variare da un luogo all’altro, anche le tradizioni si differenziano, ma ciò che è comune a tutte è l’aspetto spirituale ed enogastronomico legato a questo evento.
Quali sono i principali riti e tradizioni in Sardegna?
In Sardegna l’Immacolata viene chiamata “Sa die ‘e sa Purissima”, in origine era la giornata nella quale per antica tradizione e usanza agropastorale sarda era vietata qualsiasi attività lavorativa, altrimenti la punizione per i pastori sarebbe stata la caduta delle corna per le bestie dedite al lavoro.
Negli anni questa festività ha assunto diverse connotazioni, soprattutto legate ai riti religiosi. Ne è un esempio la località di Alghero, dove questa festività è particolarmente attesa dai fedeli in quanto la chiesa principale della città, chiesa di Santa Maria, è dedicata alla Vergine Immacolata.
Ed è proprio qui che ogni anno l’8 dicembre si svolge la funzione religiosa con la successiva processione verso il porto, dove viene posizionata la statua della Madonna, a salvaguardia e protezione di coloro che si avventurano per mare.
Nella località di Sassari, invece, l’8 dicembre si svolge il famoso ‘Rito dell’Infiorata’ all’Immacolata Concezione, con la quale viene adagiata una corona floreale sul capo della statua della Vergine Maria e il Bambino Gesù situata in piazza Mazzotti. Dato il suo rilievo a livello mondiale, questo rito dal 2013 è stato riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ed oggi l’infiorata è un evento al quale prendono parte turisti non solo locali ma provenienti da tutto il mondo.
In provincia di Oristano, nella località di Bonarcado (in greco ‘Immacolata purissima’) l’Immacolata Concezione è venerata nella chiesa di Nostra Signora di Bonacattu, chiesa di origine bizantina. Oggi è la patrona dell’Università degli studi di Cagliari.
Accanto alle tradizioni religiose non mancano le tradizioni legate all’arte culinaria, tra cui annoveriamo i ‘Mustazzoleddus de mendula’, tipici dolci dell’oristanese che accompagnano alcune festività ma anche l’arrivo delle vacanze natalizie: si tratta di piccoli mostaccioli di mandorla, preparati con la farina di mandorla e decorati con una glassa detta “a puntu”.
Altra specialità tipica nella provincia di Sassari sono le ‘Sa Cogonelda’, preparate di solito nel mese di dicembre: si tratta di focaccine con i ciccioli, farcite con uvetta, scorza d’arancia e anice stellato.
Tradizione religiosa e culinaria in Sicilia
Anche in Sicilia la festa dell’Immacolata inaugura ufficialmente il periodo natalizio ma è anche una ricorrenza religiosa che trova ampia dedizione tra i fedeli.
In occasione della festa di Maria Immacolata, in molte località della Sicilia si organizzano cerimonie religiose e processioni. Ad esempio ad Altofonte, comune in provincia di Palermo, la notte dell’8 dicembre si svolge la cosiddetta “chiamata da Immaculatedda”, che consiste nel percorrere le vie del paese richiamando i membri della confraternita dell’Immacolata tra canti e assaggi di piatti tipici. La giornata continua con la Santa Messa e la degustazione finale delle ‘Vastedde’ (tipica focaccia locale), fino ad arrivare alla processione che si conclude con i giochi pirotecnici.
Nella località di Termini Imerese l’Immacolata è la patrona della città, per cui questa festività è particolarmente sentita dai suoi abitanti. Durante la giornata si svolgono tre processioni lungo i borghi della cittadina, con tre simulacri provenienti dalle chiese devote alla patrona; la processione notturna con il simulacro proveniente dalla chiesa di Madonna della neve detta anche ‘Madonna della notte’ risulta quella accolta con maggior fervore dalla popolazione, per la quale emigranti vicini e lontani tornano nella cittadina ogni anno soltanto per poter assistere a questo momento di forte spiritualità.
La tradizione culinaria vuole che, alla veglia della processione si degusti la “Favazza”, una sorta di focaccia fatta dalle massaie e cotta nei forni del borgo, farcita con pomodoro, cipolla, olio, origano, acciughe salate e caciocavallo.
Spostandoci sulla costa ionica, nella località di Siracusa, riscontriamo nuovamente un culto molto antico dell’Immacolata Concezione. Ogni anno viene svolta la celebrazione in onore della Madonna (dal 29 novembre all’8 dicembre), che consiste nel giro per le vie della città della banda musicale, dalle tre fino alle cinque del mattino. La banda suona richiamando i cittadini alla festa, fino a quando non inizia la funzione religiosa nella chiesa, seguita dalla processione e dai fuochi d’artificio.
L’8 dicembre in Sicilia non rappresenta solo una tradizione religiosa ma anche culinaria. La tradizione enogastronomica siciliana vuole che in molti paesi, soprattutto nel palermitano, venga preparata una serie di prodotti tipici, tra i quali la maffuletta, una pagnotta di grano aromatizzata e condita in diversi modi, e ‘U Sfinciuni’, una focaccia morbida condita con salsa di pomodoro, acciuga, cacio cavallo, di cui esistono diverse versioni. Da non dimenticare, poi, il prodotto tipico per eccellenza di questa giornata, la ‘Vastedda’, una focaccia di pane dalle grosse dimensioni (dai 500 g a 1500 g) condita con pepe, olio, sale, ricotta e caciocavallo.
A Torretta, un piccolo centro nel palermitano di devozione mariana, viene allestita ogni anno ai piedi del Santuario la Sagra della ‘Vastedda’, sotto lo sguardo del simulacro dell’Immacolata, che per l’occasione viene portato sul sagrato, dove viene degustata la famosa Vastedda. La tradizione vuole proprio che nel giorno dell’Immacolata i giovani fidanzati (ziti) portino alle proprie fidanzate (zite) e a tutta la parentela (parintatu) le suddette focacce di pane in ceste di vimini, racchiuse in tovaglie ricamate.
Tra i dolci tipici, la tradizione siciliana propone le Sfincette dell’Immacolata, deliziose frittelle di pasta lievitata, coperte da zucchero e cannella da mangiare ben calde. Da non dimenticare il ‘Petrafennula’, un dolce simile al roccocò, fatto con miele mandorle, bucce di cedro e arance, confetti e cannella.
Nella Sicilia nord-orientale, a Messina, si prepara la ‘Nipitidda’, un dolce di pasta sfoglia ripiena di fichi secchi, noci, mandorle, spezie, marmellata e cioccolato.
A Palermo, infine, vi è il ‘Buccellato’, un antico dolce a forma di ciambella, fatto con pasta frolla e farcito con uva passa, fichi secchi, mandorle, scorza d’arancia e pistacchi, infine decorato con frutta candita e cioccolato.
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