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Porto Torres: la “Festha Manna” tra due chiese
La processione su due chilometri si tiene nei giorni della Pentecoste e tra la Basilica di San Gavino e la chiesa di Balai Vicino. Fa da cornice alla manifestazione un ricco calendario di eventi e spettacoli culturali, manifestazioni sportive, visite guidate e sagre.
Appena due chilometri separano, a Porto Torres, la Basilica di San Gavino dalla chiesa di Balai Vicino. La prima, dedicata ai santi martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario, è la chiesa romanica più antica e grande di tutta la Sardegna. Quando ci si ritrova al suo cospetto per la prima volta, si resta frastornati dall’imponenza della struttura, unita alla sua semplicità. Balai Vicino, invece, è una pittoresca chiesetta costruita praticamente sul mare, il cui aspetto essenziale infonde subito un senso di raccoglimento e spiritualità.
Ogni anno, in prossimità della Pentecoste, la città celebra la sua festa patronale e lungo il percorso che separa le due chiese migliaia di persone rinnovano un rito con cui da secoli viene ricordato il martirio dei tre santi. È quella che in dialetto turritano è detta Festha Manna (Festa Grande), una festa religiosa, ma che, sin dal suo nome e dal periodo dell’anno in cui si svolge, dimostra di avere un legame anche con l’agricoltura e con i tempi che, soprattutto in passato, imponeva alla gente del luogo. La festa, infatti, ha il suo culmine durante la Pentecoste, che nella tradizione cristiana celebra l’effusione dello Spirito Santo e la nascita della Chiesa, ma che nelle società agricole celebrava anche l’inizio del raccolto. Il termine “manna”, invece, oltre a indicare il cibo caduto dal cielo e mandato da Dio agli Israeliti nel deserto, indica anche il covone, il fascio di spighe di grano raccolto durante la mietitura. Si può dire, quindi, che la Festha Manna è festa grande anche perché con essa si celebrano, tutte insieme, la fede, la storia e le migliori tradizioni turritane.
La storia, tramandata nei secoli, vuole che nel 303 dopo Cristo – sotto l’imperatore Diocleziano e quando ancora era in atto l’ultima persecuzione dei Cristiani da parte dell’Impero Romano – il vescovo Proto e il suo diacono Gianuario vennero fatti catturare da Barbaro, preside della provincia romana di Corsica e Sardegna, che ne ordinò la carcerazione. A loro guardia fu posto il capitano Gavino Sabelli, che tuttavia fu fortemente colpito dalla serenità con cui i due sopportavano le sofferenze ricevute. Tanto da convertirsi al cristianesimo e decidere di liberare i due prigionieri, che si rifugiarono in una grotta. A causa di ciò, Barbaro ordinò la morte di Gavino, che venne decapitato nei pressi di Balai Lontano il 25 ottobre del 303. Due giorni dopo, la stessa sorte toccò a Proto e Gianuario, ai quali Gavino era apparso in visione, esortandoli a ritornare a Porto Torres per ricevere il martirio. I corpi dei tre furono sepolti a Balai Vicino e lì vi rimasero per sette secoli, durante i quali la popolazione locale si spostò verso l’entroterra, fino a perdere le tracce e la memoria di questa sepoltura. Nel 1040, il Giudice Comita I, ammalato di lebbra, sognò San Gavino che in cambio della guarigione gli chiedeva di trovare i resti dei tre martiri e sistemarli in un tempio eretto in loro memoria. Una volta guarito, Comita mantenne fede al suo voto facendo costruire la basilica di San Gavino e seppellendovi le spoglie dei tre santi, rinvenute a Balai Vicino.
Proprio per ricordare questa traslazione, ogni anno lungo il percorso tra la basilica di San Gavino e la chiesa di Balai Vicino prende vita una doppia processione. Il 3 maggio le statue lignee raffiguranti i martiri vengono portate a spalla dai fedeli, in processione dalla basilica fino alla chiesa. Qui diventano oggetto di un pellegrinaggio continuo, da parte della gente di Porto Torres e delle aree limitrofe, che giungono per rendere omaggio ai martiri. Sono migliaia le persone che sfilano dinanzi alle tre statue di legno (opere di scuola napoletana del 1600, che raffigurano Gavino, Proto e Gianuario stesi sul letto di morte) chiedendo ai “Corpi Santi” una grazia o rivolgendo loro una preghiera. Una devozione che viene espressa anche con l’usanza di accarezzare i piedi delle tre statue. A sfiorare i tre santi sono talmente tante mani, decine di migliaia ogni anno, che arriva un momento in cui la pittura che li ricopre si consuma e si rende necessario un intervento di restauro. Periodicamente, infatti, anche per rimediare alla naturale azione degli agenti atmosferici, le statue lignee sono sottoposte a restauro, in modo da recuperarne i colori originali e combattere gli effetti del tempo. L’ultimo restauro si è concluso nel 2018 ed è giunto a circa venti anni di distanza dal precedente.
A Balai Vicino le tre statue restano fino alla domenica di Pentecoste, quando nel pomeriggio una nuova processione, compiendo il percorso inverso, le riporta in basilica. Particolarmente suggestivo è ciò che accade a partire dalla mezzanotte del sabato, quando da Sassari e dagli altri paesi limitrofi molti fedeli si mettono in marcia per raggiungere, intorno alle tre del mattino, la basilica, dove alle quattro si celebra una messa a loro dedicata. Il lunedì dopo Pentecoste, infine, è il giorno della Festha Manna, durante il quale la comunità di Porto Torres dà vita ai festeggiamenti che chiudono il lungo periodo dell’anno dedicato ai suoi tre martiri. Oltre alle celebrazioni di carattere religioso, la manifestazione (che quest’anno si svolgerà dall’8 al 10 giugno) prevede un ricco calendario di eventi e spettacoli culturali, manifestazioni sportive, visite guidate e sagre. Un impegno organizzativo che negli ultimi anni ha reso la Festha Manna un attrattore turistico sempre più forte, che richiama a Porto Torres un numero crescente di visitatori e turisti, provenienti dall’intera Sardegna e dal resto d’Italia.