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Orosei, un nome che è un programma
di Susanna Lavazza
È solo a un’ora e un quarto in auto da Olbia, ma a confronto con l’affollata e frenetica “Banchina Isola Bianca” della città portuale sarda, sembra essere un angolo di Paradiso: stiamo parlando di Orosei, cioè – lo suggerisce il nome stesso – di un vero gioiello incastonato al centro di 25 chilometri di costa meravigliosa, lungo la strada statale orientale sarda. Ha poco più di 6 mila abitanti, tuttavia arriva a registrare 850 mila presenze in estate.
L’efficientissimo ufficio turistico nella piazza principale (anche online www.oroseiproloco.it) fornisce tutte le informazioni: già dalle fotografie si capisce il perché di tanto successo. Il golfo che prende il nome dal paese è di una bellezza struggente, non a caso è stato il set di film famosi come “Travolti da un insolito destino in un azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller, con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini (e del remake con Madonna).
Il golfo di Orosei inizia da Punta Nera, fa parte del comune che gli dà il nome fino alla spiaggia di Osala, lunga 5 km, poi passa sotto il municipio di Dorgali da Cala Gonone fino a Cala Luna, infine la costa ricade nel territorio di Baunei.
A nord del borgo medievale di Orosei, che sta a circa 2 km dal mare, vi sono zone “sic” (siti di interesse naturalistico comunitario) e infiniti litorali dai colori esotici; a sud, le piccole cale dall’acqua turchese e dalla sabbia come zucchero, accessibili solo via mare o con un trekking sui sentieri discendenti dall’alto; nell’entroterra, la valle del Cedrino, fiume che scorre dalle sorgenti di Funtana Bona a Orgosolo lungo 5 paesi del nuorese, e le vette del Supramonte con vista spettacolare e l’attrattiva delle escursioni su falesie a picco, anche di più giorni, come il mitico sentiero “Selvaggio blu”.
Lo scenario incanta da tutti i punti di vista. Ed è perfetto per chi ama le vacanze active, i percorsi naturalistici, i paesaggi vergini. Tanto è vero che si sono sviluppate diverse offerte di tour in bicicletta o Mtb (Oroseinbike) e a piedi o in fuoristrada 4×4, ma anche in kayak sul fiume Cedrino.
“Ormai lavoriamo quasi tutto l’anno perché l’estate sembra non finire mai” dice Simone Dessena di Oroseiadventours “accompagnamo i turisti sul Monte Tuttavista, ad ammirare le domus de janas e il nuraghe Gulunie o all’oasi di Biderosa e a Capo Comino per una degustazione al tramonto di Cannonau doc. Non solo. Proponiamo esperienze gastronomiche in vigna, ma anche giri di più giorni in minivan o tour tematici con i pastori e nelle Blue zone, quelle con alto tasso di longevità, fino a Baunei”.
La natura qui fa ancora da padrona. Le spiagge in direzione Sos Alinos sono perlopiù lunghe chilometri, orlate di vegetazione selvaggia, con entroterra di stagni, uccelli migratori, macchia mediterranea. Come Cala Liberotto (perfetta per surf e immersioni) e Cala Ginepro, ideale per le famiglie. Salendo lungo l’orientale sarda, ecco l’oasi di Biderosa, con 5 spiagge lunghe un chilometro ciascuna, circondate da un parco di 860 ettari protetti dall’Ente foreste: sughere, ginepri secolari, lecci, palme nane ecc. Oppure Berchida, anch’essa molto amata dagli stranieri, a numero chiuso alcuni mesi dell’anno (in genere da maggio a ottobre). Infine Capo Comino, dove la Sardegna è più vicina alla Toscana, con ottimi ristorantini sul mare e un faro in cima dalla vista mozzafiato.
Il borgo di Orosei ha origini antichissime e diversi siti archeologici nei dintorni, ma si è sviluppato a partire dal Medioevo. Vanta ben 13 chiese ed edifici come l’antico carcere baronale, il complesso di Sant’Antonio Abate, con affreschi del 1400, il museo Guiso, in una dimora secentesca, con una collezione di teatrini in miniatura da tutta Europa e un ritratto di Moravia eseguito da Pier Paolo Pasolini.
In centro a Orosei si trovano ancora abilissimi ceramisti dalle tecniche antiche ma dal design moderno (Terra Pintada); artigiani del cuoio, capaci di realizzare borse che richiamano sa tasca, quella dei pastori; le sorelle Carai, che tessono tappeti al telaio come un tempo; Marco Bua che realizza gioielli in filigrana; Lucio Milia che intreccia cesti in asfodelo e palme.
Ma Orosei è anche una delle città dell’olio della Sardegna, con distese di oliveti nei dintorni e frantoi da premio: quello della cooperativa olivicoltori Valle del Cedrino e quello di Sandro Chisu, entrambi poco fuori dal centro. Per chi ama folklore e tradizione, da non perdere la processione delle barche infiorate durante la festa di Santa Maria del Mare, l’ultima domenica di maggio, che portano il simulacro della Vergine dal fiume Cedrino all’omonima chiesetta campestre.
In estate, la settimana di festeggiamenti, tra sacro e profano, va dal 25 luglio per San Giacomo Apostolo, il patrono del paese, e la stagione si chiude con quella della Madonna del Rimedio, la seconda domenica di settembre, quando i fedeli si ritirano nelle casette, le cumbessias. Se si ha fortuna si assiste a un’esibizione dei tenores e dei gruppi folk locali. Sembra di essere ancora ai tempi di Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926, che proprio qui vicino, a Galtellì, ha ambientato il suo romanzo più famoso “Canne al vento” e vi ha descritto il Santuario del Rimedio di Orosei.
Ma questo paese baciato dalla fortuna di essere in una posizione geografica propizia al turismo è anche meta di giovani per i chioschetti nella zona della Marina, i beach bar, i discopub dove si esibiscono i dj e l’ospitalità in hotel o resort modernissimi. Tutti gli ingredienti per “una vita in vacanza”.
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Immagine in copertina di Proloco Orosei