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Napoli tra miti e leggende
Napoli non è solo la città che tutti conosciamo. Napoli è anche luogo di miti e leggende che da sempre risuonano tra le strade, tra i vicoli e nei monumenti di questa splendida città.
Dalla leggenda della Sirena Partenope agli spiriti del palazzo Donn’Anna, dal munaciello alla bella ‘mbriana, Napoli ha davvero tantissime storie da raccontare e da vivere. attraverso il culto e le tradizioni vissute dal suo popolo.
Leggenda di Partenope
Quella di Partenope e Ulisse è una storia d’amore che dura il tempo di uno sguardo e sancisce la nascita della città di Napoli.
Come narrato nell’Odissea di Omero, le sirene con il loro canto hanno il potere di sedurre e poi uccidere gli uomini. Se però questo non accade sono loro stesse a dover morire.
La figura mitologica di Partenope nasce molti anni fa. Viene narrata nel XII canto di Omero quando Ulisse durante il suo viaggio di ritorno affronta le sirene. Queste creature dall’estrema bellezza erano in grado di ammaliare gli uomini con il loro canto, anche se Ulisse pensò bene a una strategia per affrontarle.
Impose, infatti, a tutto il suo equipaggio di tapparsi le orecchie così da non cadere in tentazione. Tuttavia, Ulisse, spinto dalla curiosità, decise di rimanere ad ascoltare il dolce canto delle sirene, facendosi legare all’albero maestro della nave.
Sarà la famosa sirena Partenope ad avvicinarsi all’eroe e a restarne folgorata, abbandonandosi al triste destino della morte. Il suo corpo sprofondò negli abissi, trasportato poi verso la costa, la quale cambiò conformazione dando vita al territorio che oggi chiamiamo Napoli.
Palazzo Donn’Anna
Sulla collina di Posillipo è impossibile non notare il Palazzo Donn’Anna che maestoso si affaccia sullo splendido golfo di Napoli.
Fu costruito nel ‘500 come dimora della Regina Giovanna d’Angiò e si narra che fu teatro di innumerevoli terribili vicende.
La regina, infatti, aveva una macabra abitudine: sceglieva i pescatori più affascinanti con cui trascorreva notti di passione per poi aspettare l’alba e liberarsene gettandoli dai balconi del palazzo.
Si racconta che ancora oggi le anime dei poveri pescatori vaghino intorno al palazzo, invocando aiuto e maledicendo la perfida Regina.
Nel 1600 il palazzo fu ereditato da Anna Carafa, moglie di Don Ramiro Guzman, Duca di medina Las Torres e Vicerè di Napoli.
Donn’Anna, per annientare la maledizione del palazzo lo fece ricostruire, creando l’attuale Palazzo.
Ma le vicende macabre non finirono. Si racconta, infatti, che Anna Carafa, durante uno dei suoi sfarzosi ricevimenti, sorprese il suo amante Gaetano di Casapesenna baciare un’altra donna. Pochi giorni dopo Donn’Anna sparì. La leggenda narra che questo avvenimento abbia devastato l’anima della donna, lasciando così il suo amante alla sua infinita e vana ricerca. Da allora i loro spiriti vagano e vagheranno per sempre nel Palazzo Donn’Anna.
‘O Munaciello e La Bella ‘Mbriana
Il Munaciello significa letteralmente piccolo monaco ed è una delle figure esoteriche più famose della tradizione napoletana.
Viene identificato come lo spirito dispettoso della casa. Si comporta sempre in modo imprevedibile e bizzarro e viene rappresentato come un ragazzino basso e deforme vestito con un saio.
La leggenda narra che questo personaggio sia realmente esistito e che sia nato da una storia clandestina tra una ricca donna e il suo garzone. Il piccolo bimbo nacque, infatti, deforme e la madre per coprirlo e non farlo deridere, iniziò a vestirlo con un saio.
Secondo invece un’altra leggenda i munacielli sarebbero anche i pozzari, ovvero gestori di pozzi che durante i loro lavori si intrufolavano nelle case napoletane per rubare piccoli oggetti e scorte di cibo.
Anche la Bella ‘Mbriana è tra le più note figure leggendarie di Napoli. E’ uno spirito buono che ama stare in compagnia e a cui piace introdursi nelle case delle famiglie napoletane.
I suoi intenti però sono sempre benevoli; viene, infatti, spinta da un fine amorevole e nobile portando armonia in casa.
Si narra che la protagonista legata a questa figura sia una giovane donna abbandonata sull’altare. La ragazza, afflitta da questo amore non ricambiato, finì per impazzire e a vagare per le vie di Napoli, presentandosi nelle case degli abitanti napoletani. Il padre allora, essendo un uomo molto ricco, decise di elargire del denaro a chi offriva ristoro alla giovane, mostrandosi gentile con lei.
Per questa ragione, si narra che lo spirito della Bella ‘Mbriana lasci doni solo nelle abitazioni delle persone buone e oneste.
Maschio Angioino
Antico castello medievale il Castel Nuovo, detto anche Maschio Angioino, nasconde una delle più celebri leggende di Napoli.
All’interno del castello furono costruite due prigioni, quella della congiura e quella della fossa del miglio. Ed è proprio quest’ultima che venne scelta per ospitare i prigionieri, prendendo il nome di Fossa del Coccodrillo. Ci si accorse, infatti, che ad un tratto i prigionieri intrappolati in questa prigione iniziarono a sparire finché non si scoprì la presenza del famelico coccodrillo.
Fu proprio la Regina Giovanna II a volerlo, in quanto riusciva a liberarsi dei suoi amanti gettandoli nella fossa. Da quel momento, ogni qualvolta c’era la necessità di liberarsi di qualche spiacevole persona, si individuava la fossa del Maschio Angioino, che con il suo coccodrillo eliminava qualsiasi traccia.
Sono tanti i luoghi della città di Napoli legati al mistero. Le credenze popolari sono infatti parte della bellezza di questa città, diventata famosa nel mondo per la grande quantità di monumenti ma anche per il folclore e le sue antiche tradizioni.
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