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Monteriggioni, un miracolo medioevale ancora intatto
di Bianca d’Antonio
Si staglia improvviso all’orizzonte come un miraggio nel verde delle colline toscane, maestoso con le sue torri e la sua possente cinta muraria a racchiudere un borgo minuscolo sì, ma ricco di storia, di fascino e di mistero. È lì, infatti, a raccontare, dal milleduecento, di storie e duelli, di conquiste e battaglie, di tradimenti e di misteri, di vita e morte dal medioevo ad oggi. Ed è ancora lì con il suo fascino e la sua forza attrattiva che, a seconda della luce e del mutare del cielo, si può vestire di colori diversi, ora cupi ora più lievi. Al tramonto, con gli ultimi raggi di sole o con le mura esterne illuminate dalle luci gialle, può apparire invitante e suggestivo come il castello delle fate, ma se è avvolto dal buio più nero il suo aspetto si trasforma in minaccioso ed intriso di mistero tant’è che anche Dante, il sommo poeta, all’apparire di Monteriggioni (questo il nome del minuscolo paese) nel corso di una violenta battaglia, rimase impressionato dalle sue imponenti 14 torri.
Infatti, lo ispirarono per rappresentare i giganti Nembrotto, Fialte ed Anteo infissi nella voragine di Maleborge. E sempre Dante, nella sua discesa al nono cerchio dell’inferno, si ispira a “come in su la cerchia tonda Monteriggioni di torri si corona, così la proda che il pozzo circonda torregiavan di mezza la persona li orribili giganti cui minaccia Giove del cielo ancora quando tona”: una investitura che consacra il paesino senese ad “imperitura memoria”. Sono in molti i visitatori (80mila lo scorso anno ed il trend è sempre in crescita) che arrivano a Monteriggioni per ammirare questo miracolo medioevale ancora intatto, a dare spazio alla propria fantasia ed immaginarsi tenzoni e duelli, passioni ed intrighi aiutati anche dalle leggende che raccontano di cunicoli segreti e passaggi sotterranei che mettevano in comunicazione il castello con le vicine fortificazioni, e di una strada che si allungava fino a Siena. Ed è appunto per difendere Siena dalla vicina rivale Firenze che, tra il 1214 ed il 1219, viene costruito dai senesi il Castello di Monteriggioni per ordine del podestà Guelfo da Porcari. Situato alla sommità del monte Ala, il borgo occupa una posizione strategica in grado di sorvegliare la via Francigena verso Roma da un lato e le valli dell’Elsa e dello Staggia in direzione di Firenze dall’altro. La cinta muraria di forma circolare, segue l’andamento naturale della collina; realizzata in pietra, si sviluppa su 570 metri, ha uno spessore di ben 2 metri ed è intervallata da due porte e 15 torri di cui oggi solo 11 sono visibili mentre le altre quattro sono state ridotte al livello delle mura. Dopo la costruzione del castello, fiorentini e senesi si sono scontrati varie volte per il suo possesso. Nel 1269, i senesi, sconfitti nella battaglia di Colle, si rifugiano a Monteriggioni e subiscono vari assedi da parte dei fiorentini ma senza mai capitolare. Viene espugnata con l’inganno solo nel 1554 quando il capitano della guarnigione senese Bernardino Zeti, si accorda segretamente con i fiorentini ed apre agli invasori la porta della città. Capitola così il borgo medioevale che ancora oggi è considerato uno splendido esempio di architettura militare meglio conservato al mondo.
Quello di Monteriggioni (diecimila gli abitanti dell’intero comprensorio) è un borgo tutto da visitare ed assaporare, dalla sua cinta muraria ai camminamenti sulle mura del castello che offrono uno straordinario panorama sulla collina ricca di vigneti ed olivi verso il Chianti e la Valdelsa; dalle due porte, da quella rivolta verso Roma alla base di una torre con un ampio arco a sesto acuto a quella di ponente che guarda a Firenze, costituita da un semplice arco semicircolare posto a lato di una torre.
Sulla piazza centrale del borgo si affaccia la chiesa di Santa Maria Assunta risalente al XIII secolo che conserva ancora le caratteristiche medioevali. Al suo interno, ristrutturato in epoca moderna, si possono ammirare un dipinto del XVII secolo con la Madonna del Rosario del Vanni ed una campana risalente al 1299. E, proprio intorno a questa piccola chiesetta si concentra la vita del borgo, specie dei quaranta cittadini che continuano ad abitare tra le mura. Da visitare il Museo delle armature e le molte mostre che si susseguono durante tutto l’anno. In Piazza Roma, subito al di là della porta principale, bar e ristoranti offrono piatti tipici quali il cinghiale, le pappardelle ed i salumi il tutto innaffiato dagli straordinari vini della zona.
Grande attesa per la 29ma edizione del festival “Monteriggioni di torri si corona” in programma il 5, 6 e 7 luglio ed 12, 13 e 14 sempre di luglio in cui si ripropongono sfilate in costume e scene di vita quotidiana dell’epoca mentre in giro per il borgo si esibiscono giocolieri e saltimbanchi, trampolieri, musicanti e buffoni. Più di 200 tra attori e figuranti le persone coinvolte in questa fantastica storica performance. Per le stradine, in una sequenza suggestiva, si vedono all’opera artigiani che usano tecniche oramai in disuso, ceramisti ed arcai, armaioli e cartai, mercanti di stoffe, mugnai, scalpellini e tessitrici tutti a far rivivere un mondo certo lontano anni luce da computer, tablet, robot e droni ma forse più ricco di umanità.
Per finire val la pena ricordare alcune curiosità: a Monteriggioni sono state girate diverse scene di alcuni film come “Il principe delle volpi” con Tyrone Power ed Orson Welles, “Io ballo da sola” di Bernardo Bertolucci, “Il paziente inglese” di Minghella ed il “Gladiatore” con Russell Crowe, tanto per citare i più famosi. E, ai più giovani, si segnala la ricostruzione del borgo nel videogioco Assassin’s Creed II ed Assassin’s Creed Brotherhood”.