Un mare di idee per il tuo viaggio
Lo Street food napoletano
10 prodotti dello street food di Napoli
Uno dei migliori modi per conoscere a fondo la storia, la cultura e le influenze storiche di una città è sicuramente quello di provare lo Street-food locale. A tal proposito, quale città più di Napoli si sposa bene con quest’argomento?
Passeggiando per le strade di Napoli, soprattutto quelle storiche, troverai tante testimonianze artistiche, dovute al passaggio di più civiltà, e potrai accompagnare la tua visita con dell’ottimo Street-food, anch’esso pieno di storia, e calarti in un’esperienza suggestiva dalle mille emozioni.
Tra i tanti prodotti che la città offre ci sono:
- La pizza a portafoglio,
- La pizza fritta,
- La pizza parigina,
- Frittatina di maccheroni,
- Cuzzetiello napoletano,
- Cuoppo fritto,
- “O per e o muss” e il brodo di polpo,
- Sfogliatelle e babà.
La maggior parte di questi prodotti proviene da storie di necessità, dove lo spirito di adattamento e l’ingegno sono riusciti a tirar fuori dei piatti unici.
La pizza a portafoglio
La pizza “a portafoglio” o “a libretto” è definita così per il modo in cui viene piegata su se stessa. Ci sono delle piccole peculiarità che la differenziano dalla pizza tradizionale. La prima è che secondo la tradizione l’impasto era quello avanzato dalla sera prima e rilavorato al mattino, il che lo rende più maturo e acido. Un’altra differenza sta nella proporzione degli ingredienti, infatti, rispetto alla pizza margherita classica c’è più pomodoro e pochi pezzi di mozzarella. Queste caratteristiche la rendono una pizza per il popolo, economica, ma con un sapore eccezionale.
La pizza fritta
La pizza fritta è la perfetta testimonianza di come si possano creare dei prodotti meravigliosi in contesti difficili e con prodotti semplici. Infatti, questa prelibatezza nasce dopo la seconda guerra mondiale, quando i forni a legna furono distrutti durante gli scontri e, non sapendo come cuocere la pasta della pizza, il popolo, pensò bene di utilizzare l’olio bollente. La farcitura era composta dai prodotti disponibili in casa, solitamente venivano utilizzati la ricotta e i “ciccioli” (pezzi di grasso di maiale avanzati dai pezzi più pregiati). Dati i tempi difficili, per arrotondare le entrate familiari, i pizzaioli preparavano l’impasto nel loro giorno di riposo, la Domenica, mentre le mogli si occupavano della cottura e della vendita che avveniva proprio fuori casa.
La pizza parigina
La parigina è un simbolo del legame tra la cucina napoletana e quella francese. A differenza di come si possa pensare, il nome non fa riferimento alla capitale francese, ma deriva dalla locuzione napoletana “p’ ‘a riggina” cioè “per la regina”. Infatti, questa pietanza veniva preparata nelle cucine della reggia di Napoli per la regina. Il piatto consiste in una base di pasta per la pizza napoletana, con sopra pomodoro, prosciutto cotto e provola, il tutto coperto da pasta sfoglia, di ideazione francese. Oggi questo prodotto è un classico all’interno delle teche di vetro antistanti bar e rosticcerie per le strade della città.
Frittatina di maccheroni
Nata dall’esigenza di non sprecare la pasta avanzata dal giorno prima, la frittata di maccheroni è un must della cucina napoletana. Che sia fatta con pasta lunga o corta non è importante, la cosa fondamentale è l’amore che si impiega nella preparazione di questa bontà. Parecchi la associano al pranzo al sacco delle giornate passate in spiaggia, ma passeggiando per i vicoli della città è possibile trovarla in vari formati presso rosticcerie e pizzerie.
“Cuzzetiello” napoletano
Il “Cuzzetiello” o “Merenna” è il classico pranzo al sacco da mangiare al lavoro. Si sostanzia in una delle estremità del pane “cafone”, svuotato dalla mollica e farcito con ragù e polpette o con gli ingredienti più disparati. La sua forma chiusa è ottima per garantirne l’utilizzo da “contenitore” e, quindi, renderne agevole il trasporto.
“Cuoppo” fritto
Il “cuoppo” non è altro che un cartoccio fatto con la carta paglia contenente un mix di frittura della tradizione napoletana. Rappresenta un’icona dello street food napoletano ed è stato citato anche da Matilde Serao nella sua opera “Il Ventre di Napoli”. Solitamente, all’interno del cartoccio, è possibile trovare zeppoline, crocchè, palline di riso e “scagnuozzi” (una sorta di polenta fritta).
“O per e o muss” e il brodo di polpo
Un’altra specialità dello street food napoletano è sicuramente “O per e o muss”, in italiano “il piede e il muso”, in sostanza si tratta del piede del maiale e del muso del vitello. La preparazione è molto semplice: i prodotti vengono depilati e bolliti, una volta raffreddati, vengono tagliati e serviti con sale e limone. Talvolta anche la trippa viene preparata e servita allo stesso modo insieme al piede e al muso. Questo piatto rappresenta il cibo della “festa”, infatti spesso lo si trovava sui carrettini alle feste rionali.
Nelle giornate più fredde, per riscaldarsi tra i vicoletti di Napoli, era usanza bere il brodo di polpo. Non si tratta altro che di un brodo fatto con acqua, pepe, sale e ovviamente il polpo intero. Solitamente era possibile trovarlo presso dei carretti in prossimità di Porta Capuana e veniva servito in tazze bollenti con un piccolo tentacolo che spuntava fuori dalla stessa, la cosiddetta “ranfetella”. Negli anni, i venditori ambulanti sono diminuiti sempre più, ma è ancora possibile trovare qualcuno che prepara queste prelibatezze.
Dulcis in fundo… Sfogliatelle e babà
La sfogliatella, come la conosciamo oggi, è la rivisitazione della Santa Rosa. Quest’ultima originariamente nacque per caso nell’omonimo convento per mano di una suora che aggiunse frutta secca, zucchero e limoncello a della pasta di semola avanzata in cucina, ottenendo un ripieno per della pasta sfoglia. Il dolce ebbe tanto successo nei pressi del convento, ma solo 200 anni dopo fu portata a Napoli da un pasticciere napoletano che ne modificò leggermente la ricetta e creò le varianti riccia e frolla.
Altro dolce della tradizione napoletana è certamente il babà, caratterizzato da una storia molto lunga, ha subito diverse rivisitazioni nel corso dei secoli. Le sue origini sono polacche, ma è stato portato a Napoli dai Francesi e da lì la ricetta non è più stata modificata.
Non esitare a prenotare il tuo traghetto Grimaldi Lines per la linea Napoli-Cagliari e viceversa, dove, oltre ad un viaggio all’insegna del divertimento o del relax, avrai anche modo di fare tappa in questa meravigliosa città con prelibatezze annesse.
Prenota online il tuo prossimo viaggio!