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Le Fallas di Valencia: arte, polvere da sparo e tradizione
Visitare Valencia in occasione degli straordinari giorni delle Fallas, dal 15 al 19 marzo, significa trovare una città diversa ogni anno, una cartolina speciale e unica, caratterizzata da monumenti (le fallas, appunto), musica, vita di strada e petardi. Il 20 marzo tutto torna alla normalità, ed è quasi come se non sia successo nulla… E questo fa parte dell’essenza di una festa che trae origine dalla volontà di liberarsi del vecchio, di ciò che ci trattiene e non ci permette di andare avanti, per lasciare spazio a una nuova alba.
Ma adesso facciamo un piccolo passo indietro. La festa più conosciuta di Valencia, dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, prende il via ogni anno con la Crida, un evento che si tiene l’ultima domenica di febbraio, quando migliaia di valenzani si riuniscono intorno alle Torri di Serranos per ascoltare la Fallera Mayor di Valencia (rappresentante della festa) che li invita a festeggiare e a godere della festa imminente, diffondendone la tradizione e i valori.
Pochi giorni dopo, con l’arrivo di marzo, si dà il via a una delle grandi attrazioni di questa festa, le mascletà. Dall’1 al 19 marzo, alle due del pomeriggio, in Plaza del Ayuntamiento, centinaia di dispositivi pirotecnici vengono fatti esplodere in una danza ritmica che avvolge la piazza in un boato e nell’odore di polvere da sparo.
I meno avvezzi ai petardi potrebbero trovare strano quello che succede nei circa cinque minuti di durata di una mascletà (per familiarizzare sarebbe meglio allontanarsi un po’ dal centro della piazza), ma è senza dubbio uno dei momenti preferiti dai valenzani, tanto che anima non solo le Fallas, ma anche molte altre feste. Questo evento, che costituisce una parte integrante della festa, non è limitato alla Plaza del Ayuntamiento ma è diffuso in tutta la città, poiché molte “comisiones falleras”, ovvero le associazioni che si occupano dell’organizzazione della festa, predispongono e incendiano le proprie mascletà.
I monumenti scendono in strada
Così, a poco a poco, si avvicinano i giorni centrali della festa e con essi la fase della plantà delle fallas, ovvero l’atto vero e proprio di erigere i monumenti. Sebbene la loro origine sembri risalire all’usanza di bruciare i materiali di scarto dei magazzini dei falegnami, le moderne fallas sono monumenti artistici di grandi dimensioni, che generalmente presentano un corpo centrale più o meno voluminoso composto da diverse figure, di solito circondate da altri elementi o gruppi. Tradizionalmente, l’intero monumento era realizzato in cartone, anche se oggi vengono spesso utilizzati altri materiali, su una struttura in legno, e può rappresentare figure allegoriche o persone reali. Tutto è concepito secondo l’idea generale di criticare, in maniera satirica, questioni politiche, sociali e culturali: “mali” che vengono rappresentati in un formato monumentale e che vengono bruciati il 19 marzo, in modo reale e simbolico, con la speranza di lasciare il posto a una società migliore.
La plantà viene celebrata nelle strade, dove i falleros accolgono prima i piccoli monumenti e poi quelli più grandi. Il 15 marzo centinaia di fallas (circa 800) sono sparse quasi in ogni angolo della città. Sarebbe senza dubbio una sfida per qualsiasi visitatore cercare di vederle tutte, anche se in realtà la maggior parte dell’attenzione si concentra sulle fallas della Sección Especial, che godono di finanziamenti più corposi e quindi hanno dimensioni maggiori e una componente artistica più evidente. Non bisogna dimenticare che la festa delle Fallas è anche una competizione e ogni anno una giuria di esperti sceglie la falla vincitrice del concorso.
Fiori e tributo religioso
Un altro degli eventi principali, forse il più solenne, è l’Offerta di fiori alla Vergine degl’Indifesi (Virgen de los Desamparados), che si svolge nei pomeriggi del 17 e 18 marzo. I fiori portati in processione da falleras e falleros, nei loro costumi tradizionali, fino alla Plaza de la Virgen creano una rappresentazione monumentale per forma e colore del mantello della patrona della città.
La Fallera Mayor della città è l’ultima a fare l’offerta per poi passare a un altro dei momenti essenziali della festa: la Nit del Foc (notte dei falò). Questo evento pirotecnico, di grande impatto per la sua complessità tecnica e la sua durata, si svolge nelle prime ore dell’alba tra il 18 e il 19 marzo e costituisce l’ultimo atto del programma di spettacoli pirotecnici che illuminano la notte durante le giornate principali. In questi giorni le strade sono poi animate dalla musica, grazie al programma di concerti, alle innumerevoli sagre aperte a tutti o alle sfilate delle comisiones che fanno conoscere il folclore valenzano ai turisti.
Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, i visitatori sono già pervasi dalla stessa emozione che travolge i valenzani nelle ore che precedono la Cremà, il momento in cui i monumenti vengono bruciati. Al calar della notte, si incendiano le fallas, prima quelle più piccole (infantiles), poi le più grandi (mayores). Seguono la falla vincitrice del primo premio e, per ultima, quella municipale, eretta nella Plaza del Ayuntamiento, momento che segna la fine dei festeggiamenti e, come vuole la tradizione, l’inizio del cammino verso le Fallas dell’anno successivo, che saranno costruite sulle ceneri di quelle appena arse.
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