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Il mito di un museo nella città millenaria
Di Lampros Karageorgos
La città di Salonicco, che sorge nel punto più interno del Golfo Termaico, nella Grecia settentrionale, è strettamente legata alla storia dell’impero bizantino. Può essere definita a buona ragione un museo bizantino a cielo aperto, per l’abbondanza di monumenti che costellano il centro città e le Mura.
La città fu fondata da Cassandro, re di Macedonia, che la chiamò come sua moglie, Tessalonica, sorellastra di Alessandro Magno. In epoca romana e bizantina, la “Ninfa del Golfo Termaico”, come era stata soprannominata, divenne il centro amministrativo ed economico più importante della penisola balcanica. A ciò contribuì la sua singolare posizione strategica, in quanto sorgeva nella parte più interna del Golfo Termaico, all’incrocio di due grandi strade: la via Egnazia che partiva da Durazzo e raggiungeva Costantinopoli e la strada che attraversava la valle del fiume Axios e collegava l’Egeo con il Danubio.
Oggi Salonicco, la seconda città della Grecia, conferma e sviluppa ulteriormente il suo ruolo di importante centro commerciale e culturale della più ampia regione dei Balcani, o Haemus Mons come erano noti nell’antichità. Il porto della città è divenuto polo di attrazione non solo per le grandi navi mercantili che trasportano merci per l’entroterra europeo, ma anche per le navi da crociera con migliaia di passeggeri, che scoprono una nuova interessante destinazione turistica. Inoltre, tramite la moderna Egnatia Odos (Via Egnazia), Salonicco è a sole tre ore in auto dal porto di Igoumenitsa. Il viaggiatore che arriva dall’Italia alla Grecia a bordo dei traghetti del Gruppo Grimaldi, può visitare comodamente la città, culla di culture. Può fare un tuffo nella storia, gran parte della quale si riflette nei reperti del Museo della cultura bizantina nel centro della città.
Il Museo è un’opera d’arte dichiarata patrimonio artistico dello Stato, costruita tra il 1989 e il 1993 e basata su progetti del celebre architetto Kyriakos Krokos. “Coniuga elementi del modernismo e del patrimonio architettonico greco”, afferma Agathoniki Tsilipakou, Direttrice generale del Museo.
Su una superficie di 3.430 m2, attraverso reperti rigorosamente certificati, principalmente provenienti da Salonicco e dalla Macedonia, materiale visivo e multimediale, vengono presentati numerosissimi aspetti della cultura bizantina e post-bizantina in varie unità tematiche. Sono esposti 3.190 reperti archeologici, cimeli e opere d’arte degli oltre 46.000 che compongono le collezioni del Museo, che risalgono al periodo che va dal II secolo d.C al XX, sottolinea la sig.ra Tsilipakou. Le prime tre sale sono dedicate al periodo paleocristiano e affrontano i temi del passaggio dalla tarda antichità al primo periodo bizantino, con il predominio della religione cristiana, dal IV al VI secolo.
Il periodo paleocristiano o protobizantino (IV-VII secolo) inizia con la fondazione di Costantinopoli da parte di Costantino il Grande nel 330 e il trasferimento da Roma a Costantinopoli della capitale dell’Impero romano. Nelle prime tre sale del Museo ci si approccia all’architettura, alle decorazioni, agli arredi sacri e agli oggetti di una basilica paleocristiana. Viene messo in risalto il ruolo della città come complesso abitativo fortificato, con la vita pubblica e privata, le attività professionali, la vita economica, il commercio, i laboratori, l’abitazione e le sue attrezzature (utensili in ceramica e vetro), le attività della casa (tessitura, cucina), capi d’abbigliamento e prodotti di bellezza. Viene presentata la tipologia delle tombe dei cimiteri fuori le mura di Salonicco e un insieme unico di pitture funerarie che illustra meravigliosamente il passaggio dalla percezione dell’aldilà nella tarda antichità a un
luogo paradisiaco.
Nelle cinque sale successive entriamo nel principale periodo bizantino. Tematiche come l’iconoclastia, l’architettura, la pittura e la scultura della chiesa medio bizantina, il fiorire del monachesimo, la cristianizzazione degli slavi da parte dei fratelli tessalonicesi Costantino-Cirillo e Metodio ecc. sono commentate con un ricco materiale informativo. Vengono presentate le dinastie bizantine dagli anni di Eraclio (610-641) fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453, il sistema di difesa dell’Impero Bizantino, l’organizzazione della città, la vita quotidiana e la produzione. Sono esposte opere d’arte rappresentative del tardo periodo bizantino a Salonicco, un’epoca di sviluppo spirituale, di ricerca teologica e di movimenti sociali.
Nelle sale otto e nove sono presentati reperti della collezione Dory Papastratou, in particolare incisioni a carattere religioso cristiano ortodosso legate a una matrice in bronzo e parte della collezione di Dimitrios Oikonomopoulos (monete, ceramiche e icone dalla fine del XIV al XIX secolo).
L’eredità bizantina nei tempi successivi alla Caduta di Costantinopoli è il soggetto della decima sala, con dipinti che rappresentano nel tempo le scuole pittoriche delle regioni greche cadute sotto la dominazione turca e veneziana. L’ultima sala del Museo è l’epilogo dell’esposizione permanente, dove con materiale archeologico autentico ma anche con applicazioni digitali viene presentato il percorso seguito dall’oggetto antico, iniziando dallo scavo dove viene scoperto, al museo dove viene esposto, passando per le tappe intermedie dell’inventariazione, dello studio e della conservazione, come ci informa la Direttrice generale del Museo.
Da un punto di vista costruttivo e architettonico, il Museo della cultura bizantina di Salonicco è considerato una delle migliori opere di architettura pubblica realizzate negli ultimi decenni in Grecia.
La caratteristica principale del Museo è il grande atrio. Come confida Kyriakos Krokos: «Volevo uno spazio in cui il movimento al suo interno desse una sensazione di libertà, stimolando i sensi, e dove i reperti fossero la sorpresa nel contesto del movimento».
Nel 2005 il Museo ha ricevuto il “Museum Prize” del Consiglio d’Europa, assegnato per la prima volta a un museo in Grecia, per essere “a misura di visitatore” e per il suo carattere educativo.
L’eredità bizantina nei tempi successivi alla Caduta di Costantinopoli è il soggetto della decima sala, con dipinti che rappresentano nel tempo le scuole pittoriche delle regioni greche cadute sotto la dominazione turca e veneziana. L’ultima sala del Museo è l’epilogo dell’esposizione permanente, dove con materiale archeologico autentico ma anche con applicazioni digitali viene presentato il percorso seguito dall’oggetto antico, iniziando dallo scavo dove viene scoperto, al museo dove viene esposto, passando per le tappe intermedie dell’inventariazione, dello studio e della conservazione, come ci informa la Direttrice generale del Museo.
Da un punto di vista costruttivo e architettonico, il Museo della cultura bizantina di Salonicco è considerato una delle migliori opere di architettura pubblica realizzate negli ultimi decenni in Grecia.
La caratteristica principale del Museo è il grande atrio. Come confida Kyriakos Krokos: «Volevo uno spazio in cui il movimento al suo interno desse una sensazione di libertà, stimolando i sensi, e dove i reperti fossero la sorpresa nel contesto del movimento».
Nel 2005 il Museo ha ricevuto il “Museum Prize” del Consiglio d’Europa, assegnato per la prima volta a un museo in Grecia, per essere “a misura di visitatore” e per il suo carattere educativo.
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Photo Credits: Museum of Byzantine Culture (Thessaloniki)