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Epidauro, salute e archeologia
di Vincenzo Chierchia
Località dedicata ad Asclepio, la divinità della salute presso i Greci. Centro taumaturgico dove si affluiva da ogni parte del mondo ellenico. Il complesso teatrale di Epidauro, di straordinaria bellezza perché praticamente intatto con un’acustica senza pari, ha un importante cartellone con manifestazioni in luglio e nei fine settimana
Per chi viaggia in Grecia la visita al sito archeologico di Epidauro non lontano da Micene, Tirinto e da Sparta, costituisce un passo quasi obbligato. Numerose le opportunità per raggiungere Epidauro. Da Patrasso è molto comodo, una volta sbarcati, soprattutto se si dispone di auto propria.
Epidauro, Epidavros in greco, è una località che si può definire magica e ancora oggi ricca di testimonianze e palcoscenico di importanti attività culturali che fanno, tra l’altro, leva sul bellissimo teatro che conserva intatto il fascino catartico delle rappresentazioni antiche. Dal 1988 Epidauro è stato inserito tra i siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Località magica Epidauro, perché dedicata ad Asclepio, la divinità della salute presso i Greci. Un centro taumaturgico dunque presso il quale si affluiva da ogni dove del mondo ellenico. Oggi sono visibili i resti di quello che fu un grande polo sanitario dell’antichità, che spaziava dai riti propiziatori a quelli che potremmo definire di carattere esorcistico, dalle terapie vere e proprie alle attività più squisitamente propiziatorie e invocative verso la divinità di Asclepio.
Epidauro era dunque un grande centro di pellegrinaggio e dalle rovine del polo archeologico centrale si ha l’idea di quanto fosse radicato e diffuso il culto di Asclepio e dei riti che i pellegrini osservavano per poter invocare terapie e guarigioni. L’area potrebbe essere definita anche come uno dei più grandi e importanti poli turistici dell’antichità, con strutture attrezzate per l’ospitalità e il vettovagliamento dei pellegrini, realizzato intorno al quarto secolo prima di Cristo. Il periodo di maggior affluenza era la primavera.
I riti di Asclepio fondevano taumaturgia e misteri. Il culto sembra anteriore al VI-VII secolo avanti Cristo. Asclepio è figlio di Apollo e di Koronis, che lo stesso Apollo fa uccidere incinta di Asclepio a causa di un tradimento. Sulla pira che sta per bruciare il corpo, ormai senza vita, di Koronis, Apollo pratica quello che oggi chiameremmo un parto cesareo dando così vita al bambino che da quel momento incarnerà la leggenda vivente di colui che protegge la salute. La cura del corpo si intreccia però con pratiche che utilizzano rituali e sostanze volti a sviscerare le forze più profonde del corpo umano.
Se si andava a Delfi per gli oracoli, a Epidauro si cercavano guarigioni e ispirazioni.
Il complesso teatrale di Epidauro fa tutt’uno con il polo taumaturgico ed è di straordinaria bellezza perché praticamente intatto con un’acustica senza pari. Ancora oggi si può rivivere con intensità l’atmosfera delle manifestazioni teatrali come avveniva nel IV secolo avanti Cristo quando il teatro venne realizzato. Oggi c’è ogni anno un importante cartellone di manifestazioni (www.epidavros.gr oppure www.greekfestival.gr).
In genere le manifestazioni sono in luglio e durante i fine settimana. Si consiglia di far riferimento alla vicina Nauplia, bella cittadina in stile veneziano, per poter trascorrere qualche giorno in zona, visto che ha maggiori capacità ricettive del sito di Epidauro, e di muoversi in macchina (in proprio o con autista locale se indipendenti). Da provare le numerose taverne della zona che offrono in genere prodotti tipici dell’area e vino resinato. Molto facile imbattersi in feste locali cui si viene solitamente invitati con simpatia.
Per una visione generale dell’area utile il sito www.visitgreece.gr dell’Ente Turismo Ellenico.
Come detto, è possibile far base anche ad Atene e visitare i centri principali dell’Argolide anche nell’arco di una giornata, vi sono pacchetti intorno agli 80 euro a persona. Si tratta però di una soluzione buona ma anche destinata a chi ha fretta. Meglio sarebbe invece dedicare un po’ più di tempo perché si avrebbe l’opportunità di visitare una regione che è tra le più antiche e affascinati della Grecia e che conserva inalterato il proprio fascino, che abbraccia peraltro molti secoli dalle rovine di Micene e Argos alle vestigia veneziane di Nauplia e alle chiese di Monemvassia.
Il mare è bellissimo, con tante calette solitarie e un colore intenso e cristallino. Non mancate l’appuntamento con le taverne in riva al mare oppure appollaiate sugli speroni della costa per ammirare dall’alto le onde, sorseggiando un fresco vino resinato. Sono necessari altri tre o quattro giorni per poter visitare anche le isole e quella meraviglia mozzafiato che è il canale di Corinto. Non perdete poi l’incanto della sera nel Peloponneso sulle banchine affollate dei porticcioli o in una taverna. Così come, se c’è tempo, un giro in barca a vela possibilmente, tra i luoghi e le atmosfere dove l’uomo ha imparato a navigare, a maturare il rapporto con il mare. Se alzate lo sguardo verso l’orizzonte al sorgere del sole capirete quanto ineguagliabile sia stata l’ispirazione omerica e della lirica greca ma soprattutto vedrete animarsi i profili delle isole. Così come nel teatro di Epidauro la tragedia rinnova il suo carattere immortale.
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