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Cagliari, città “active”
di Ornella d’Alessio
Luminosa, dinamica e accogliente.
Cagliari è una città da vivere all’aperto tutto l’anno. L’outdoor è il suo punto di forza per il clima che non delude mai.
É la meta ideale per un fine settimana active. All’alta percentuale di verde pubblico si aggiungono la cultura di musei e gallerie d’arte, l’archeologia e la storia, testimoniata da palazzi e monumenti.
Qui tutto si svolge vista mare. Gli amanti del trekking possono salire, in circa due ore e con abbigliamento sportivo, sulla Sella del Diavolo che divide le spiagge di Calamosca da quella del Poetto. Dalla vetta lo sguardo spazia sul golfo degli Angeli e lo skyline della città. Chi preferisce la bicicletta, anche a noleggio, può cominciare a pedalare nelle vicinanze del porto. Poi costeggiare il molo Ichnusa, quartier generale del team di Luna Rossa, tra i protagonisti dell’America’s Cup, e il molo Su Siccu, da poco ristrutturato dove inizia il parco urbano Luigi Nervi (l’ingegnere che ha realizzato qui anche per il grande padiglione dei Magazzini del Sale) che proseguirà fino a capo Sant’Elia. Da qui s’imbocca la ciclopedonale che passa attraverso le vasche salanti della ex-salina di Stato, ora parte del Parco Naturale Regionale Molentargius Saline (parcomolentargius.it).
É inebriante procedere lentamente respirando i profumi della macchia mediterranea tra paesaggi particolari e sempre diversi in una delle zone umide più vaste d’Europa, caratterizzata da un delicato ecosistema, habitat dei fenicotteri rosa sempre più numerosi e altre specie. In alternativa c’è l’Ecosafari, un tour a bordo di un minibus elettrico, che dall’Info Point (con punto di noleggio bici), attraverso la salina si addentra nel sito di nidificazione dei gentearrubia (i fenicotteri rosa in lingua sarda). A piedi o con le due ruote, arrivati all’idrovora del Rollone, merita imboccare l’uscita dal parco sulla destra verso il Poetto, per i cagliaritani la spiaggia dei centomila, per ritrovarsi di fronte all’ex-ospedale Marino all’altezza della quinta fermata (un tempo erano le soste del tram, attualmente sostituite dal trasporto pubblico). È il lido dei cagliaritani in ogni stagione: 12 chilometri di spiaggia, tra libera e attrezzata, per sport o per soste golose in uno dei tanti chioschi per spuntini o aperitivi in riva al mare o per degustare i piatti tipici di pesce fresco del golfo, nei ristoranti pieds dans l’eau. Per un’ottima pasta ai ricci c’è La Dolce Vita, la comunità LGBTQA+ è benvenuta Al Fico d’India, e Le Palmette è per i più modaioli.
Al rientro è piacevole girare senza meta il quartiere di Stampace, con i suoi importanti resti archeologici come l’Anfiteatro romano del II secolo d.C. o perdersi tra le viuzze e gli scorci di Castello, antica roccaforte dell’aristocrazia, cuore della Cagliari pisana e aragonese, da dove si coglie il miglior panorama sulla città e sui quartieri storici. Dalla terrazza Umberto I del Bastione Saint Remy ci si affaccia sui tetti e sui due grandi stagni che coronano Cagliari; suggestivo anche il panorama che si gode dal Bastione Santa Croce. All’interno delle mura, dove hanno aperto laboratori di giovani artigiani, restauratori e qualche antiquario, si concentrano molti importanti monumenti: la Cattedrale, il settecentesco Palazzo dell’Università con la bellissima biblioteca, il Palazzo Regio, il Palazzo Boyle e le torri pisane dell’Elefante e di San Pancrazio. Anche se sono testimoniate presenze puniche e romane, furono i Pisani a fortificare questo colle nel 1217 e a decretarne per sempre le vicissitudini.
La passeggiata attraverso il quartiere di Castello consente la visita alla Cittadella dei musei, significativo complesso d’arte che raggruppa importanti collezioni. Da vedere il Museo Archeologico Nazionale, con un ricco patrimonio di reperti prenuragici e i celebri Giganti di Monte Prana, la Pinacoteca Nazionale, dove si ammirano splendidi retabli quattrocenteschi e tele di importanti artisti, la Collezione delle Cere Anatomiche, il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu, con pezzi artistici di origine e di culture asiatiche diverse. Merita la Galleria Comunale d’Arte Moderna, che ospita la Collezione Ingrao, che include opere d’arte tra l’Otto e Novecento di nomi illustri come Boccioni, Severini, Morandi, De Pisis, Balla e quelle di Francesco Ciusa, che si fece conoscere alla Biennale di Venezia con “La madre dell’ucciso” nel 1907. Davanti al porto turistico c’è Marina, dove fervono le attività delle navi mercantili, dei traghetti passeggeri e dei pescherecci. Pochi passi e si arriva in via Roma, la strada dei palazzi signorili, delle vetrine, dei caffè e dei bei negozi, oltre al museo privato Miramare al secondo piano di palazzo Marini Devoto. È un continuo e allegro viavai di gente. Alle spalle c’è la vecchia zona dove un tempo abitavano i pescatori, che oggi tra suggestivi caruggi dal sapore aragonese, slarghi, piazzette e portici ospita le botteghe artigianali e qualche antiquario.
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PhotoCredit: Istock.com/Mlenny