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Storia della cucina siciliana
Una storia di contaminazioni e rivoluzioni di sapori
Ti sei mai chiesto perché la cucina della Sicilia è così variegata?
In effetti, la tradizione culinaria siciliana affonda le proprie radici molto indietro nel tempo e ha portato ad ottenere piatti semplici ma dal gusto deciso e distintivo.
Influenza Greco – Romana
Per comprendere la cucina siciliana odierna, bisogna partire dall’epoca dei greci, che oltre ad apportare modifiche architettoniche, con i loro spettacolari templi, hanno contaminato i popoli locali con i loro usi e costumi e di conseguenza anche con le loro abitudini culinarie. Uno dei prodotti principali sono state le olive, che hanno assunto un ruolo fondamentale per la preparazione di piatti di carne o di pesce fino a diventare protagoniste di alcune pietanze come le “olive cunzate” che consiste in olive condite con aglio, aceto, olio, prezzemolo, origano e altre spezie a piacimento.
Altre innovazioni avvennero nella trasformazione del grano, preparando del pane cotto sul braciere e inzuppato nel vino e nel miele.
Influenza Bizantina
I Bizantini furono innovatori in campo di prodotti caseari producendo formaggi piccanti o dalla pasta molle. Introdussero spezie come i chiodi di garofano, il muschio, la cannella e la noce moscata, che influenzarono la pasticceria donando ai dolci profumi più variegati. Furono anche innovatori nella pesca del pescespada apportando nuove tecniche praticate nel Bosforo.
Influenza Araba
I prodotti più significativi di questa cultura sono sicuramente gli agrumi, infatti, furono proprio gli arabi ad introdurli in questo territorio.
L’influenza dei prodotti arabi unita alle maestranze dei cuochi siciliani hanno apportato una vera rivoluzione alla cucina autoctona.
In tema di dolci, il prodotto che rappresenta un must della cucina siciliana è il sorbetto, in arabo “sciarbat”, veniva preparato con la neve della cima dell’Etna insaporita con vari succhi di frutta, il tutto conservato in appositi locali sotterranei per averne la disponibilità in estate.
Oltre ai tanti cibi, gli arabi, sono riusciti a produrre anche liquori sofisticati con la distillazione dell’alcol ottenuti dall’alambic.
L’influenza degli Aragonesi
L’influenza spagnola portò altre rivoluzioni culinarie e tutt’oggi si possono notare fortemente nei piatti tradizionali.
Tra i prodotti più comuni troviamo: pomodori, peperoni, zucche e il cacao.
Cacao che trasformato sapientemente in cioccolato a Modica, è divenuto famoso in tutto il mondo come una delle eccellenze siciliane.
Come piatti sicuramente possiamo annoverare la “mpanata”, che deriva dal piatto spagnolo empanadas, oppure, la famosa caponata, o ancora, le frittatine di legumi che derivano dalle tortillas.
Influenza Francese
L’influenza francese è certamente riconoscibile da piatti ibridi tra ricchezza e povertà. Infatti, nell’800 era usanza dei nobili francesi avere al proprio servizio i Monsù, ovvero, cuochi francesi altamente specializzati nel creare piatti raffinati, che vivevano/lavoravano negli stessi edifici del personale popolano, il quale replicava i piatti dei primi utilizzando però prodotti poveri. Da qui nasce una cucina ibrida eterogenea caratterizzata da contaminazioni francesi, siciliane, ricche e povere.
Tra i piatti più rilevanti troviamo certamente le melanzane a quaglia, ovvero, una preparazione in umido dove le melanzane sostituiscono la carne; oppure, le sarde a beccafico, dove il pesce povero prende il posto degli uccelletti utilizzati dai monsù.
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