Un mare di idee per il tuo viaggio
Pasqua in Sardegna tra riti e tradizioni del posto
L’Italia è il Paese europeo, assieme alla Spagna, in cui la Pasqua è celebrata in maniera grandiosa, con riti perpetrati nei secoli che rievocano il momento più commovente della vita del Cristo, ossia la Passione che lo porterà alla morte. Non c’è città o borgo in Italia che non abbia le sue tradizioni e i suoi eventi carichi di misticismo, eseguiti durante la Settimana Santa, chiamata in Sardegna Sa Chida Santa.
L’isola rivive ogni anno la Santa Pasqua, con riti che animano chiese, piazze e strade di quasi ogni centro abitato sardo, rievocando tempi lontani in cui la Sardegna era dominata dagli spagnoli: oggi i riti della Pasqua fanno parte del patrimonio culturale dell’isola, assieme al canto a tenore, le maschere sarde come gli spaventosi Mamuthones, le launeddas e i nuraghe.
Tradizioni pasquali più curiose in Sardegna
Uno dei mezzi per raggiungere la Sardegna è il traghetto e Grimaldi Lines mette a disposizione mezzi veloci, tecnologici e soprattutto sicuri, sui quali è possibile anche imbracare veicoli come automobili, moto o camper, così da viversi il viaggio in totale libertà e indipendenza.
In Italia le consuetudini e le tradizioni hanno solitamente origini molto antiche e lo stesso accade in Sardegna in occasione della Pasqua, sorprendendo chiunque ne venga a conoscenza.
Ad esempio il Giovedì Santo, quando si entra in chiesa in occasione di uno dei riti più sentiti della Settimana Santa ossia s’iscravamentu, si può notare presso il Santissimo Sacramento una serie di decorazioni che rievocano l’Ultima Cena e in particolare is nenniris. Si tratta di piatti o ciotole ricolmi di terriccio e bambagia dove, il Mercoledì delle Ceneri, sono stati seminati legumi e chicchi di grano, lasciati poi germogliare rigorosamente al buio (in passato il piatto veniva addirittura riposto dentro un armadio o sotto il letto).
Is nenniris sviluppano dunque un’erbetta sottile color verde oro e adornano il su sepulcru, ma ancora oggi vengono donati ai parenti e agli amici per imbandire le ricche tavole pasquali in segno di abbondanza e prosperità.
Si pensi che in passato questi germogli teneri e delicati venivano bruciati, in quanto si pensava che i fumi (is affumentus) che ne derivavano fossero benefici per curare malanni vari.
A differenza di altri riti pasquali, la tradizione degli is nenniris non ha origini spagnole ma addirittura pagane: si rievocano infatti i giardini del leggendario Adone, la divinità della vegetazione che porta abbondanza in primavera per poi eclissarsi sul finire dell’estate: è anche colui che fece innamorare sia Afrodite sia Persefone.
C’è anche chi lega is nenniris a Tammuz, il dio dell’antica Mesopotamia simbolo della natura rigenerante.
Un’altra tradizione pasquale propriamente sarda è rappresentata da is allichirongius, ossia le comuni pulizie di casa che devono essere eseguite proprio durante i giorni che precedono la Pasqua per purificare l’abitazione. Anche in questo caso i riferimenti al lontanissimo mondo pagano sono piuttosto evidenti, così come nel caso di is ascurtus: era una pratica, propria della gente sarda, di risalire la collina cagliaritana del Buoncammino e di ascoltare tutte le frasi sussurrate dai passanti; una volta arrivati in cima al monte, queste persone formulavano delle previsioni sul futuro, come novelli oracoli.
Ben più strana era poi l’usanza, diffusa in passato nel cagliaritano, di non lavarsi i capelli e non filare la lana durante la Settimana Santa: erano attività sconsigliate ai fedeli in quanto sarebbe stato come strappare la chioma al Cristo.
Al di là di queste credenze, gran parte dei riti pasquali sardi sono stati ereditati dagli spagnoli, che hanno esercitato il loro florido dominio sull’isola (ma anche in Sicilia) per ben 4 secoli. Si guardi ad esempio alle confradias, ossia le confraternite di Cagliari formatesi proprio sul modello di quelle iberiche. Sono proprio i membri di queste associazioni di carattere religioso e in particolare l’Arciconfraternita della Solitudine, a organizzare la Processione del Cristo Morto il Venerdì Santo, con le statue del Cristo Crocifisso e dell’Addolorata trafitta dal pugnale dei sette dolori che attraversano le vie dei quartieri storici di Cagliari.
I riti della Settimana Santa più suggestivi della Sardegna
In Sardegna la Settimana Santa e la Pasqua sono celebrate con riti estremamente carichi di emotività, che suggestionano e affascinano non solo i fedeli più incalliti, ma anche coloro che sono interessati puramente all’aspetto culturale dell’evento.
Si pensi ad esempio ad Alghero, la città più catalana d’Italia alla luce del suo passato: qui la Setmana Santa, che si conclude con l’encontre tra il Cristo risorto e Maria gioiosa per la resurrezione di suo figlio, ha il suo momento più emozionante nel rito del desclavament: Gesù, la cui statua ha gli arti snodabili, viene prelevato dalla croce e messo su una specie di lettiga, per poi essere portato in processione tra le vie della città illuminata solo da ardenti fiaccole.
A Castelsardo, uno dei borghi più belli della Sardegna situato sulla Costa Paradiso e dominato dal Castello Doria, la Processione dei 10 Misteri si svolge il Lunedì Santo, il Lunissanti: questo rito dalle origini medioevali vede il corteo partire dalla Chiesa di S.Maria e arriva all’Abbazia di Nostra Signora di Tergu, con i confrati in vesti tradizionali che intonano suggestivi canti gregoriani. Di sera, ecco che Castelsardo diventa teatro di un ennesimo rituale, forse il più toccante di tutta la Settimana Santa: i Misteri sfilano accompagnati dalle voci dei cantori, tra le strade di Castelsardo completamente buie e illuminate solo dalle candele, mentre alla fine della cerimonia va in scena la rappresentazione commovente dell’Ultima Cena.
Le voci dei tenores, con il loro tono vagamente gutturale e misterioso, caratterizza il rito s’iscravamentu di Ottana, paesino della provincia di Nuoro: il Venerdì Santo, all’interno della bella Chiesa di San Nicola eretta tra il 1140 e il 1160, si depone il Cristo crocifisso all’interno di una teca, con i cantori che intonano inni e poesie tipiche della tradizione pasquale sarda, tra i quali il “Sa cantzone de sa visa santa” composto nell’800 da un contadino di nome Giuseppe Soru: era analfabeta e non sapeva scrivere, ma fu capace di dettare uno dei canti pasquali più belli e ricchi di significato.
A Cuglieri, in provincia di Oristano, ma soprattutto a Iglesias, cittadina dell’Iglesiente, si svolge il caratteristico rito chilcas, ossia la ricerca spasmodica del Cristo tra le chiese del posto. A Iglesias questa tradizione si caratterizza per la presenza dei baballottis, ovvero i disciplinanti, adulti e bambini che, vestiti di bianco e con il volto coperto, scortano la statua della Madonna Addolorata per le strade del borgo, come se fossero spettri del Giovedì Santo. Sempre a Iglesias è imperdibile la Processione del Descenso il Venerdì Santo, con il corteo che intona il Santo Rosario al suono di matraccas e tamburelli, scortando i simulacri di Gesù morto, della Vergine Addolorata, della Maddalena, di San Giovanni, di Giuseppe di Arimatea e Nicodemo (questi ultimi chiamati a Iglesias is varonis, cioè nobili).
Sul sito della compagnia navale Grimaldi Lines è possibile acquistare il biglietto per il traghetto al miglior prezzo possibile, approfittando in particolare degli sconti e delle promozioni presenti, come quelle dedicate ad esempio ai nativi e/o residenti in Sardegna, agli over 60 e ai bambini con meno di 12 anni.
Prenota online il tuo prossimo viaggio!