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Palermo ed i palazzi nobiliari
Gli edifici rappresentano i veri testimoni della affascinante storia della città. Su tutti Palazzo Conte Federico dove architetti, restauratori, artigiani e ceramisti affermati hanno lasciato la propria impronta.
di Giovanna Naccari
La dimensione multiculturale di Palermo si mostra al turista già a pochi passi dal porto. Nel capoluogo, l’influenza dei popoli che hanno dominato la Sicilia si è tradotta nelle espressioni artistiche che testimoniano i monumenti, le chiese, i teatri.
Anche le dimore nobiliari raccontano la storia della città e si raccontano esse stesse attraverso il vissuto delle loro famiglie blasonate. La bellezza degli edifici e gli aneddoti di vita degli antenati vengono condivisi dagli eredi con i visitatori secondo le modalità indicate sui siti web ufficiali dei palazzi.
A breve distanza dal porto di Palermo si è accolti negli ambienti eleganti e raffinati di Palazzo Francavilla. La dimora storica ha il suo ingresso su via Ruggiero Settimo e si affaccia su piazza Verdi, di fronte al Teatro Massimo. Il palazzo, costruito nel 1783 come residenza di campagna, fu acquistato nel 1801 da Saverio Oneto e Gravina duca di Sperlinga, aristocratico della cerchia intima della corte borbonica di Napoli.
Nei salotti di tramontana si ammirano gli affreschi di Giuseppe Velasco, Giuseppe Patania e Natale Carta.
La ristrutturazione delle facciate dell’edificio e la disposizione degli interni hanno la firma dell’architetto Ernesto Basile, incaricato dei lavori nel 1893 da Luigi Majorca di Francavilla, erede dei duchi di Sperlinga. Basile, geniale interprete dello stile Liberty, conosciuto anche come «floreale» e all’estero designato con i nomi di Art Nouveau, Modern Style e Jugendstil, oltre alla facciata del palazzo e ai due grandi atri, disegnò i mobili della sala d’ingresso e le vetrine dove sono esposti gli abiti delle dame e dei nobiluomini di famiglia. Tra questi, si resta affascinati dai capi da cerimonia del Seicento.
Del Basile è la biblioteca Majorchiana che, nella produzione di arredi del grande architetto, segna il passaggio dall’Eclettismo al Modernismo. La biblioteca contiene circa quattromila volumi, tra i quali antichissimi lavori storici, etnografici, musicali e religiosi della Sicilia. Grande interesse destano la quarta edizione dell’Enciclopedia britannica e il vocabolario siciliano-italiano realizzato da Vincenzo Mortillaro, marchese di Villarena. Girando per i saloni si resta abbagliati dalla luce che emana il servizio di circa quaranta elementi, tra piatti, tazzine, centro tavola e coppe donato al duca di Sperlinga dal marchese di La Fayette.
Di grande impatto visivo sono le volte dei salotti prospicienti le vie Ruggiero Settimo e piazza Verdi con gli affreschi di Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Giuseppe Enea.
A raccontare tutta la storia della città di Palermo è Palazzo Conte Federico, ubicato tra la piazza Conte Federico e la via dei Biscottari. La dimora storica si trova a pochi passi dal Palazzo Reale, dalla Cappella Palatina e dalla Cattedrale che fanno parte del percorso arabo-normanno, patrimonio Unesco.
Palazzo Conte Federico poggia sul muro punico-romano. La parte più antica del palazzo è una torre arabo-normanna del XII secolo. Nella “Torre di Scrigno” si ammirano due finestre: una bifora normanna e una aragonese con gli stemmi della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi.
Dal cortile interno con le decorazioni del grande architetto barocco Venanzio Marvuglia e dalla scala in marmo rosso si accede al piano nobile, dove i visitatori sono accolti negli eleganti saloni arredati con i mobili originali e i quadri di famosi artisti dell’epoca. Da ammirare i soffitti lignei dipinti del XVII secolo, gli affreschi settecenteschi di Vito D’Anna e Gaspare Serenario, le collezioni di ceramiche antiche e di armi. Desta stupore l’armeria, una delle collezioni più importanti della Sicilia. È composta da sei armature tardo medievali, da oltre un centinaio di armi bianche, numerosi fucili e pistole a pietra focaia, due cannoni e una spingarda.
Nel cuore del centro storico, in via Garibaldi, si resta affascinati dal Palazzo Ajutamicristo. La storica dimora si trova a breve distanza dalla chiesa SS. Trinità di stile arabo-normanno, conosciuta come chiesa della Magione. L’edificio fu fatto costruire tra il 1495 e il 1501 da Guglielmo Ajutamicristo, barone di Misilmeri e di Calatafimi. La fabbrica del palazzo sulla strada di Porta Termini fu affidata all’architetto Matteo Carnilivari, già autore di Palazzo Abatellis. Tra gli ospiti illustri che soggiornarono a Palazzo Ajutamicristo si ricordano la regina Giovanna, moglie del re Don Ferrante di Napoli; l’imperatore Carlo V; il re di Tunisi, Muley Hassan. La sala da ballo di 200 metri quadrati accoglie i visitatori sotto il soffitto affrescato da Giuseppe Crestadoro, dove è raffigurata “La Gloria del Principe Virtuoso”. Il loggiato quattrocentesco in stile gotico catalano e la terrazza fiorita si affacciano su cortili ricchi di palme esotiche, oleandri e banani.
Ed infine, sempre nel centro storico, altre dimore offrono uno spaccato dei fasti del passato. Alcuni palazzi nobiliari aprono le porte anche all’interno di itinerari culturali secondo un tema specifico. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web dell’associazione “Amici dei musei siciliani”.
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