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Natale, tradizioni gastronomiche napoletane
Cena della Vigilia e pranzo di Natale, cosa li rende così speciali?
Tradizione è anche la composizione del menù che si tramanda da secoli, infatti la cena della Vigilia è interamente a base di pesce, mentre il pranzo di Natale a base di carne.
Le numerose pietanze della Vigilia sono sempre accompagnate da vini bianchi campani DOC come: la Falanghina, il Greco di Tufo, il Fiano.
Durante le festività non si è mai soli, pertanto la cena ha inizio con un grande antipasto composto da diversi piatti come l’insalata di polpo, le alici marinate e la pizza di scarole.
La pizza di scarole, pasta di pizza ripiena di scarole, olive nere, capperi e pinoli, da anni fa parte della vita dei napoletani. Nasce tra le campagne e la provincia di Napoli, dalle persone più umili e rappresentava un pasto facile da preparare e molto nutriente.
Il primo solitamente è composto da spaghetti con vongole, anche se, nel corso degli anni, sono state apportate delle variazioni, come l’aggiunta di scampi, astice o altri tipi di pesce.
Il secondo piatto, sempre a base di pesce, solitamente viene preparato al forno, oppure prevede una frittura di gamberi e calamari che rappresenta anche un’icona dello street-food napoletano chiamato “cuoppo fritto” dal nome utilizzato per il particolare involucro in cui viene servita la pietanza.
Il baccalà fritto, ovvero merluzzo stagionato tagliato in bocconcini e fritto, rappresenta uno dei must che non può assolutamente mancare.
Altro piatto che non può mancare è l’insalata di rinforzo, chiamata così perché la tradizione voleva che la cena della Vigilia fosse magra quindi di “rinforzo” perché rendeva la cena più sostanziosa. È composta da cavolo bollito condito con acciughe, olive verdi e nere, papaccelle, peperoni rossi e verdi, il tutto condito con una buona dose di aceto.
Infine abbiano i dolci, preparati in casa o comprati nei mercatini tipici napoletani, tra cui struffoli, mustacciuoli, roccocò, susamielli, e raffiuoli:
- Gli struffoli sono un dolce natalizio della cucina napoletana, palline di pasta frolla che vengono prima fritte e poi intinte nel miele.
- Le origini del biscotto roccocò risalgono al 1320. Le prime a prepararli furono le monache del Convento della Maddalena di Napoli. Per tradizione vengono preparati l’8 Dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione.
- I susamielli nascono nel 1600 dalle suore clarisse del Convento di Santa Maria della Sapienza. Hanno una tipica forma ad “S” e sono composti da pasta di mandorle e un miscela di spezie in polvere.
- I raffiuoli napoletani nascono nel convento di San Gregorio Armeno, dove le monache presero spunto dai ravioli del nord Italia. Hanno una forma ellittica ricoperta di glassa bianca farciti con il ripieno tipico delle cassate.
A differenza del cenone della vigilia, come detto in precedenza, il pranzo di Natale è a base di carne.
Dopo un antipasto ricco di salumi e formaggi campani DOC, il primo può variare tra pasta al forno o timballo di maccheroni al forno.
A seguire polpette di carne al sugo, prima fritte e poi ripassate nel sugo.
Il tutto accompagnato da vino rosso e corposo di origine campana.
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