Un mare di idee per il tuo viaggio
Mare e non solo … Barbagia da scoprire
La Barbagia è un enorme territorio nel cuore della Sardegna, il cui nome deriva dal latino “Barbaria”, con cui i Romani indicavano una zona abitata da una tribù in continua ribellione rispetto agli invasori. Questa zona alternativa e complementare alle meraviglie del mare e alla vita mondana della costa offre magici borghi, con case in granito, vicoli stretti, coortes e pergolati di vite, ospitalità calorosa, cibi genuini, tradizioni antiche e una cultura senza tempo.
Orgosolo
Un museo a cielo aperto, Orgosolo è famoso in tutto il mondo per i suggestivi murales che adornano le strade e i palazzi del centro storico. I murales narrano la storia di questa terra, la vita quotidiana dei suoi abitanti e le sue tradizioni pastorali. Il primo murales di Orgosolo fu dipinto nel 1969 da un gruppo di anarchici come strumento di protesta. Da allora vari artisti, sia locali che internazionali, hanno contribuito a creare questo spettacolo: un patrimonio di 150 opere di grandissimo valore artistico. Situato a 600 metri d’altitudine sulle pendici del monte Lisorgoni, offre ai visitatori una stupenda veduta sulle vallate attraversate dal fiume Cedrino. Attorno natura selvaggia e incontaminata, per secoli rifugio di banditi e pastori e oggi meta gettonata per gli amanti del trekking. Famoso uno dei sentieri che parte dal paese fino alla dolina di su Suercone: una voragine profonda 200 metri e larga 400. Imperdibile anche il canyon di Gorroppu, uno dei più profondi d’Europa, con pareti alte 450 metri. Con guide esperte vale la pena addentrarsi nelle foreste sas Baddes e Montes ricche di secolari tassi, ginepri e agrifogli. In questi luoghi incantati affiorano testimonianze preistoriche come domus de Janas, tombe di Giganti e i nuraghi su Calavriche e Mereu.Per gli amanti delle tradizioni, da non perdere a Ferragosto sa Vardia ‘e mes’Austu, sfrenata corsa di cavalli, e a metà ottobre Gustos e Nuscos, tappa orgosolese di Autunno in Barbagia.
Fonni
Grazia Deledda così scriveva nel suo libro Cenere edito nel 1903: “Un orizzonte favoloso circonda il villaggio: le alte montagne del Gennargentu, dalle vette luminose quasi profilate d’argento, dominano le grandi valli della Barbagia, che salgono, immense conchiglie grigie e verdi, fino alle creste ove Fonni, con le sue case di scheggia e i suoi viottoli di pietra, sfida i venti e i fulmini”. Fonni, con il suo borgo a 1000 m di altitudine e con i suoi quattromila abitanti, oggi è il centro nevralgico della Barbagia. D’inverno si trasforma in gettonata meta sciistica, grazie alle intense nevicate, alle vette imbiancate, ed agli impianti di risalita delle cime Spada e Bruncu Spina (oltre i 1800 metri).
In primavera e estate offre incantevoli colori: fiori di peonia, genziana, rosa canina e purpurea fanno da cornice alle foreste e alle sorgenti.
In centro meritano una visita la chiesa di san Giovanni Battista in stile tardogotico e la basilica della Vergine dei Martiri, circondata da cumbessias, antichi alloggi per pellegrini, dal convento francescano (1610) e dall’oratorio di san Michele (1760).
In una ottocentesca casa padronale, si trova il museo della cultura pastorale, dove potrai rivivere lo scorrere della vita agro-pastorale. Tra le tradizioni più affascinanti annoveriamo la produzione dolciaria (i tipici savoiardi), il palio di Fonni a inizio agosto ed il carnevale fonnese, caratterizzato dalle maschere di Urthos e Buttudos.
A pochi chilometri dal paese, il complesso di Gremanu, è l’unico ‘acquedotto’ nuragico noto nell’isola, associato alla necropoli Madau, composta da quattro tombe di Giganti. L’insediamento è datato tra XV e IX secolo a.C. ed è costituito di tre templi: grande circolare, a megaron e semicircolare.
Mamoiada
Mamoiada, il paese dei Mamuthones e degli Issohadores, è un accogliente centro di 2500 abitanti nel cuore della Barbagia di Ollolai, al confine tra Gennargentu e Supramonte. I dintorni sono caratterizzati da una miriade di sorgenti e torrenti che alimentano rigogliosi boschi, pascoli e vigneti. Famosi i sos pinnettos, antiche costruzioni in pietra e legno, dove i pastori producono il Fiore sardo, ricotta, sa frughe e casu martzu, squisiti spalmati sul carasau, la cui preparazione è un rito di famiglia. Passeggiando tra le dolci colline granitiche che circondano il paese non potrai non sentire il caldo profumo delle vigne da cui le antiche cantine locali ne ottengono i rinomati cannonau e granazza.
Se si vuole assaporare la cucina della tradizione agropastorale di Mamoiada l’occasione giusta è Tapas, una delle tappe del famoso programma di eventi “Autunno in Barbagia”: prosciutti, maccarrones de busa, pane frattau, porcetto arrosto, pecora bollita, fave con lardo e su sambeneddu e tante altre prelibatezze.
Da non perdere una delle più antiche celebrazioni popolari dell’Isola, il suggestivo carnevale mamoiadino. I costumi più famosi sono i Mamuthones che portano una maschera nera con tratti marcati, intagliata in legni pregiati e gli Issohadores in elegante corpetto rosso e maschera bianca. Passeggiando tra i vicoli incontrerai Nostra Signora di Loreto, chiesa forse medioevale, ricostruita a fine XVII secolo e la chiesetta di Loret’Attesu, dove si svolge la festa della Madonna della neve. In epoca romana inoltre, si suppone Mamoiada fosse una stazione lungo una strada militare. A confermarlo i due rioni storici: su ‘Astru (castrum) e su ‘Antaru vetzu. Molto interessante il santuario campestre dedicato al culto bizantino per i santi Cosma e Damiano, circondato da 50 cumbessias (casette per pellegrini).
Mamoiada vanta nei suoi dintorni un complesso neolitico Conchedda Istevene, databile al 3200-2800 a.C., composto da sei tombe scavate su un contrafforte roccioso; sa Perda Pintà nota anche come stele di Boeli, enorme lastra granitica alta oltre due metri e mezzo decorata con cerchi concentrici e 32 nuraghi mamoiadini, tra cui spicca l’Arràilo, tutti attorniati da tracce di villaggi e tombe di Giganti.
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