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La Palermo contemporanea sulle orme del Gattopardo
di Annalisa Tirrito
Ci ha pensato il cinema a rinnovare l’attenzione su Palermo, per ora con la notizia di inizio riprese, della nuova serie di Netflix ispirata al romanzo “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa e all’indimenticabile film realizzato da Luchino Visconti, che tanto farà parlare e viaggiare, verso la città siciliana, naturalmente dal vivo ancora più bella e sorprendente che in pellicola.
Basta passeggiare su Via Matteo Bonelli, ai Quattro Canti, verso Palazzo dei Normanni o Palazzo Comitini, scelti anche come set cinematografici, per immaginare il passato, mentre le truppe di Garibaldi incominciavano il processo di unificazione dell’Italia del 1860.
Sono trascorsi secoli, ma sono sempre il potere, l’amore e il progresso a muovere il mondo, come avveniva anche nel celeberrimo film, oggi a sessant’anni esatti dalla sua uscita. Una bellezza senza tempo che parte dal centro città, fino ad esplorare tutte le zone limitrofe e in ognuna una sorpresa da ammirare, come al margine del Parco della Favorita la Palazzina Cinese, l’originale residenza borbonica con il tetto a pagoda, realizzata dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, o passeggiare a Mondello, fermandosi per un bagno. A soli sette chilometri dal centro di Palermo, colori tropicali, acqua celeste e sabbia bianca, da sempre considerato luogo di vacanza per i palermitani e per i turisti, non a caso le ville liberty degli anni ’20 nascevano dalla volontà di trasferirsi nella conca per i mesi estivi. O ancora per visitare Villa Boscogrande nella Piana dei Colli, che nel ‘700 era il posto più ambito dalla nobiltà palermitana, per trascorrere l’estate al fresco vicino al Monte Pellegrino, e a Monte Billiemi. Tra le tante ville dell’epoca sparse nel territorio, Villa Boscogrande, costruita nel 1768, era circondata da giardini e campagne a perdita d’occhio. Un bell’esempio di architettura di transizione dal barocco al neoclassico.
Ma tornando in città, la cultura ha diversi luoghi simbolo, uno tra tutti palazzo Abatellis, in via Alloro, nell’antico quartiere Kalsa. In stile gotico catalano, risalente al XV secolo ha al suo interno la Galleria Regionale della Sicilia con opere grandiose come il Trionfo della Morte, affresco di autore ignoto del 1446, e numerosi capolavori dal medioevo fino al ‘700.
Poco distante nella stessa zona è Palazzo Butera, meraviglioso esempio di recupero architettonico, di un edificio stravolto nei secoli e diventato recentemente museo della collezione d’arte dei coniugi Francesca e Massimo Valsecchi. Arte contemporanea al piano terra, dipinti antichi, porcellane e mobili inglesi al primo e secondo piano in una struttura complessa, con percorsi anticamente distinti, per la famiglia e gli ospiti e per la servitù. Una terrazza lineare caratterizza l’impianto esterno verso il mare che oltre ad essere un colpo d’occhio con maioliche verdi e bianche è una risorsa di grande bellezza per il Palazzo, come pure i due cortili, accoglienti e raccolti, in cui si affacciano le nuove aree espositive.
La marina Villa Igiea con il porto turistico è davanti al palazzo, per una passeggiata in riva al mare a pochi passi dal centro storico, vicino Piazza Marina e il quartiere Kalsa. Qui si vedono i monti che circondano Palermo, il foro italico, e il lungomare continua nel tratto Yasser Arafat. Non è distante il porto dove si giunge al mattino presto con le navi che ogni sera partono da Napoli, per iniziare la visita partendo dai classici come i musei, per esempio la Galleria di Arte Moderna – Gam, nel complesso monumentale di Sant’Anna di fronte Palazzo Gangi, dove oltre 200 opere tra pitture e sculture suddivise in quattordici sezioni illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra otto e novecento. O il Convento di Santa Caterina d’Alessandria, in piazza Bellini, polo museale e soprattutto un chiostro dove soffermarsi a gustare le prelibatezze della pasticceria parte del complesso.
Passeggiando a piedi si possono ammirare diverse architetture, ma è la visita a palazzo Gangi che lascia emozionati, per il tripudio di soluzioni e arredi del roccocò italiano, che danno la sensazione di tornare indietro nel tempo, e vedere con la fantasia gli attimi di convivialità e le conversazioni di chi ha abitato il Palazzo dalla sua fondazione. Del XVIII secolo, è visitabile solo per appuntamento, contattando la proprietà via email all’indirizzo palazzogangi@hotmail.com. Non a caso rappresenta un luogo dell’immaginazione per la famosa scena del ballo dello storico film Il Gattopardo appunto. Gusti architettonici e stili di grande impatto tra la fine del settecento, tutto l’ottocento e il novecento. Momento storico che auspicava novità e che in qualche modo l’architettura eclettica metteva in evidenza, più tardi con il Villino Florio, sfociando poi nel liberty con Villa Malfitano Whitaker, dove si univano motivi decorativi, stili di paesi esotici e correnti architettoniche dell’antichità.
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