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Il mare sanissimo di Villasimius
“La strategia per la biodiversità dell’Unione europea prevede che entro sei anni il 30% dei mari sia protetto, e di questo 30% un terzo addirittura rigorosamente protetto” ricordano le linee guida del WWF. A Villasimius hanno anticipato i tempi.
Da un quarto di secolo.
L’Area marina protetta (Amp) Capo Carbonara comprende una quarantina di chilometri di costa all’interno del territorio comunale e ben 23 spiagge, a un’ora da Cagliari verso Est. Si chiama così perché l’antico nome di Villasimius era Carbonaxa. Questa Amp è una delle più antiche e grandi non solo della Sardegna, ma di tutta Italia: 14 mila ettari. Il suo perimetro coincide in parte con quello del SIC (Sito di interesse comunitario) “Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu” ed è stata nominata “Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea” ai sensi della Convenzione di Barcellona.
Quindi fa già parte di quel 10% di coste europee che rappresentano una super-riserva: garantisce il privilegio di avere un mare pulito intorno, con pesci e piante come in un acquario. O, meglio, come erano i fondali prima dell’inquinamento antropico.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Cernie, corvine, occhiate, gorgonie, coralli, tappeti di posidonia. Si vede anche senza maschera da sub, persino nelle spiagge vicino al porto come quella del Riso (un tempo composta da “chicchi” di quarzo) o della Fortezza, sotto il bastione a guardia dai pirati. Fino agli anni Cinquanta a Villasimius non c’era nemmeno la corrente elettrica. Ora ci sono fiumi di turisti che prendono l’aperitivo sul corso principale, affollano il mercatino del sabato mattina o ballano sotto le stelle e in discoteca. Partita come destinazione modaiola negli anni ‘60-70, grazie alle fantastiche spiagge che ricordano le Maldive o le Seychelles, si è trasformata in una località per gli amanti del bon vivre, degli sport acquatici, della natura. Tanto che è stata nominata una delle 100 mete “best at seaside” più sostenibili al mondo nel 2019 secondo il Global Sustainable Tourism Council and Green Destinations.
In un lustro l’offerta turistica è cresciuta in consapevolezza. Non ci sono solo comode soluzioni di alloggio – dal camping sul mare all’hotel cinque stelle con spa di lusso – ristoranti gourmand dal pesce freschissimo a km 0 (proveniente dai sette pescatori autorizzati), panorami spettacolari e due bellissimi musei (del Mare e Archeologico, davvero da non perdere), ma anche sistemi per preservare l’ambiente, come il riciclo delle acque reflue per i campi, compreso quello da golf, o isole ecologiche touch screen davanti alle spiagge.
Risultato? L’estate scorsa in questo paesino di circa 3.000 abitanti si è arrivati a 700 mila presenze di “villeggianti”. La popolazione in luglio e agosto decuplica. Ma l’ecocentro rimane aperto 13 ore al giorno, la raccolta differenziata ha raggiunto l’83% e – a parte qualche disagio come la difficoltà di parcheggiare a causa del centro chiuso al traffico o l’inquinamento acustico – Villasimius resta nella top list delle vacanze nel Mediterraneo. Con 21 centri sub, 240 barche accreditate per le escursioni (indimenticabili quelle all’isola dei Cavoli, con il faro ottocentesco e la Madonna del naufrago, o della Serpentara) e turisti provenienti da circa 100 Paesi. “Di questi fondali colpisce la biodiversità” dice Jacopo Corbellini di Archeodiving, che ha fatto il giro del mondo sottacqua, “si avvistano facilmente barracuda, cernie, bellissimi nudibranchi. Ma mi incantano soprattutto le conformazioni rocciose: c’è persino un punto di immersione che si chiama Nave romana perché la roccia assomiglia a una prua”.
Ora l’Amp Capo Carbonara è al centro di un progetto internazionale, grazie anche alla Fondazione MEDSEA. Prevede che si aggiornino le zone a protezione integrale. Che tutti, istituzioni e operatori, partecipino alla conservazione dell’habitat (Blue4all). E vi sono già contatti per ampliarla verso i Comuni vicini, in particolare in direzione nord: Castiadas e Costa Rei, con le lunghe spiagge dalle candide sabbie fini, dai fondali digradanti, dalle acque calde. Da Cala Pira a Piscina Rei sono altri chilometri di Paradiso in tutte le sfumature del turchese e del blu. A Cala Sinzias si ammira il sorgere del sole facendo yoga sulla mezzaluna bianca o si surfano le onde con i nuovissimi jet elettrici a impatto zero. “Non vanno a benzina, quindi non fanno rumore e non scaricano a mare” dice Jacopo del Tamatete lifestyle mood, che si è trasferito qui da Roma, “sono facili da usare, facciamo corsi di tre lezioni ma in genere si accettano scommesse: dopo 15 minuti ci si alza in piedi ed è uno spasso”. Gommoni, barche a vela, velieri d’epoca: se al porto di Villasimius sono ormeggiate 800 imbarcazioni, anche da queste parti ci sono tante occasioni per godere il mare da una prospettiva diversa. Ma quello che colpisce a Castiadas è il suo entroterra. La tradizione rurale, l’economia ancora agropastorale, con frutta e verdura, miele e formaggi eccezionali, e il fascino delle carceri ottocentesche. Fino al secolo scorso c’era una delle colonie penali agricole più grandi d’Italia, ora luogo del cuore del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).