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Grimaldi, rotta Napoli-Palermo sulle tracce della famiglia Florio
di Antonino Pane, pubblicato su “Il Mattino” dell’01/10/2025
L’iniziativa del gruppo armatoriale partenopeo: un tour di tre giorni a bordo della Cruise Ausonia alla scoperta di luoghi e personaggi della storica “dynasty” siciliana tra saline, botti di vino e pesca
Da Napoli a Palermo, da Palermo a Napoli. La rotta dove naviga il cambio di paradigma che vede il Sud al timone del Paese. Merci, vacanze e, ora, anche turismo. Dai Florio a Grimaldi, i più grandi armatori al mondo con il Mezzogiorno nel cuore, hanno navigato su questa rotta. E ora il Gruppo Grimaldi mette in campo una nuova opportunità, grazie alle combinazioni di navi che effettuano collegamenti giornalieri tra varie città particolarmente attrattive dal punto di vista turistico. Insomma turismo in nave, con o senza auto al seguito, con o senza soggiorni alberghieri.
La sfida di Grimaldi, il gruppo armatoriale napoletano guidato da Emanuele Grimaldi, riguarda in questa prima fase la rotta Napoli Palermo. Merci, passeggeri e, ora, anche la possibilità di fare turismo inseguendo storie, personaggi, tradizioni e miti.
Nasce così un tour organizzato da Grimaldi Lines sulle tracce dei Florio. Ma, c’è da giurarci, arriverà quello sulle tracce di Montalbano, o sulle tracce del barocco, della ceramica e, perché no, quello sulle tracce delle cassate o dei cannoli. Il discorso si può capovolgere, con arrivo a Napoli sulle tracce dell’arte, dell’archeologia, dei sapori, e chi più ne ha ne metta.
IL VIAGGIO
La ‘prova’ ha funzionato benissimo. Tre giorni alla scoperta dei Florio. Partenza il martedì sera da Napoli con la Cruise Ausonia, ormeggiata proprio di lato all’Immacolatella Vecchia. Il tempo di salire sul ponte più alto e godere della straordinaria posizione del porto di Napoli che abbraccia tutto il centro storico della città. E allora subito rimbalzano nella mente le immagini struggenti dei nostri avi che, con le valigie di cartone, proprio da qui, dall’Immacolatella Vecchia, emigravano verso il mondo nuovo.
Oggi da questa area del porto di Napoli partono i traghetti. Cruise Ausonia, con la G armatoriale di Grimaldi bene in vista, è pronta a partire. La nave è funzionale, accogliente. I servizi sono di prim’ordine: ristorante tutto italiano à la carte, due bar, piscina. Personale disponibile, agli ordini del comandante Aniello Attianese.
La traversata è piacevole e le cabine, bene insonorizzate, consentono di riposare adeguatamente.
Ecco Palermo, città avvolta nei colori che, come Napoli, ha il porto incastonato nelle sue viscere.
La prima tappa per chi vuole conoscere i Florio è villa Quattro Pizzi all’Arenella dove si comincia a intuire, grazie a un preciso albero genealogico della famiglia, che da Bagnara Calabra a Palermo, da Marsala a Favignana, da Londra a Parigi avevano realizzato un impero commerciale che dal chinino portava al vino, dal sale al tonno, dalle flotte alle gare automobilistiche.
IL RACCONTO
I Florio, tutti i Florio, hanno lasciato un segno. Così se all’Olivuzza c’è la torre di fuga per l’amante di turno, al Villa Igea si ricoveravano, per farsi curare, nobili e facoltosi palermitani. Il fiuto per gli affari ha proiettato il nome Florio ai vertici più alti del commercio internazionale.
Insomma le tracce dei Florio a Palermo sono ancora nette ed evidenti.
E che dire di Favignana, la regina delle Egadi. Si presenta maestosa e silenziosa quando accosti col gommone nel porto. Qui tutto parla dei Florio, avevano comprato fino all’ultima pietra, tutto l’arcipelago compreso Marettimo e Levanzo.
Quando rilevarono la grandiosa tonnara non vollero intralci, il commercio del tonno imponeva mano libera nell’arcipelago e così lo comprarono tutto.
Oggi si ha netta la sensazione che la tonnara di Favignana si rivelò una miniera per i Florio quando riuscirono a inscatolare il tonno nella latta. E i “lingotti” sono tutti lì, accatastati su tavolini enormi. Sono le mille e mille scatolette di latta con cui i Florio riuscirono a impacchettare il tonno per farlo esportare in tutto il mondo.
E poi c’era l’oro bianco, che in quegli anni che costituiva un altro polo su cui investire. E anche qui, alle Saline di Marsala, i Florio issarono la loro bandiera. Siamo arrivati appena in tempo per una raccolta settembrina straordinaria. I cumuli lungo le vasche e gli operai con le pale raccontano che qui non è cambiato niente, le vasche sono quelle, il lavoro è manuale, finanche la macina del mulino a vento con pale uniche al mondo, completamente recuperate, troneggia al centro di questo paradiso naturalistico. E poi il museo scientifico, le vasche che segnano la crescente salinità, diventano un palcoscenico unico al tramonto. E la conferma è lí, ogni sera, quando centinaia di coppie si lasciano abbagliare sui bordi che la Sei, la società che oggi gestisce le Saline, ha trasformato in un ritrovo per aperitivi e cene indimenticabili.
E come ripartire senza visitare la cantina dei Florio di Marsala? Smantellata subito l’errata convinzione che il Marsala è solo un vino dolce, eccoci in queste maestose cantine dove sono nascosti sei milioni di litri di vino. Il marchio Florio è ovunque, e gli attuali proprietari succeduti alla Cinzano, quelli dell’Amaretto di Saronno, si guardano bene dal cancellarlo. I vini Florio si affinano in queste botti allineate con una formula spazio/tempo in lunghissime cantine in salita: a seconda della posizione della botte si mette in moto quella che dal 1833 viene definita “Arte Liquida in Movimento”.
È tempo di ripartire. La Cruise Ausonia ci aspetta. Il turismo in nave al seguito di personaggi, storia e miti, è una bella novità. Domattina saremo a Napoli. E, con tante cose nella mente e negli occhi la domanda arriva subito: quando si riparte?
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