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Sapore di Sicilia: un viaggio tra arancine, cannoli e mercati locali
Sapore di Sicilia: un viaggio tra arancine, cannoli e mercati locali
La ricchezza culturale e artistica della Sicilia è figlia della sua storia, con dominazioni da parte di popoli che l’hanno plasmata. Greci, romani, arabi, normanni e spagnoli hanno influenzato la lingua, le architetture, i costumi e soprattutto la cucina: molti dei piatti tipici dell’isola hanno infatti origini molto antiche, come ad esempio i cannoli che pare fossero preparati dalle concubine degli harem oppure la cassata, il cui nome in arabo qasa’t rievoca la ciotola utilizzata per preparare il dolce.
Un viaggio enogastronomico in Sicilia regala al turista uno spaccato dell’isola autentico e antico, soprattutto quando si ritrova a frequentare quei mercati locali che fanno parte del patrimonio culturale del posto.
I sapori della Sicilia: il palermitano
Per scoprire i sapori autentici della Sicilia, basta salire a bordo di un traghetto Grimaldi Lines e approfittare delle tante offerte dedicate, come quella per i passeggeri over 60 che ottengono uno sconto sul biglietto del 20%.
Il modo migliore per conoscere la cucina del territorio è frequentare i mercati locali e a Palermo ve ne sono due, uno dei quali è Ballarò: il nome deriva dall’antica denominazione araba della città, Balarmuh.
La mercanzia è esposta su banchi che trovano spazio tra edicole votive, palazzi fatiscenti e chiese, in un’atmosfera decadente che accresce il fascino del mercato. Guidati dai profumi, i colori e l’immancabile vociare, è impossibile non assaggiare il tipico street-food palermitano, dal pane di sesamo farcito con le panelle e i cazzilli di patate, al cicireddu (pesce fritto) fino agli spiedini di carne di agnello (le stigghiole), arancini e i famosi pani cà meusa.
L’altro mercato popolare di Palermo è la Vucciria, tanto caratteristico da aver ispirato anche un dipinto di Renato Guttuso: questo antico mondo caleidoscopico si ritrova ogni giorno attorno alla bellissima Piazza Caracciolo, dove già in epoca araba i mercanti delle Repubbliche Marinare si ritrovavano a vendere le proprie merci.
Sulle caratteristiche lastre in marmo della Vucciria, chiamate balate, si trova di tutto, dal pesce alla frutta, dalla verdura alla carne, proprio come al Mercato del Capo, i cui banchi occupano via Beati Paoli, Via Carini, via Sant’Agostino e via Cappuccinelle.
Il tour gastronomico non può non comprendere altre tappe nella provincia di Palermo, a partire da Palazzo Adriano, borgo situato ai piedi del Monte delle Rose. La tipicità del posto è la cuccia, piatto a base di grano, fave e ceci di origini albanesi: la sagra del 1 agosto è l’occasione migliore per assaporare questo alimento, tra mostre di artigianato locale e balli folkloristici.
Ad Alimena e Roccapalumba è d’obbligo un assaggio del fico d’india nelle più svariate preparazioni, a partire dalle masticuttè, bucce fritte simili a caramelle gommose, e l’opunzia, un formaggio preparato con le bucce del fico.
Da San Vito lo Calo a Caltanissetta
Passando per San Vito lo Capo, dove si può fare incetta di formaggio Primo Sale, e per Erice, il paesino definito da D’Annunzio come “La vetta annunciatrice della Sicilia bella” famoso per il suo vino Erice Doc e per gli squisiti genovesi alla crema, si arriva a Trapani, “la città dei due mari”. Qui ci si ritrova a degustare in particolare cous-cous rigorosamente alla trapanese dalle origini arabe e le busiate al pesto preparato con mandorle, pomodoro, aglio rosso e pecorino. Dopo di che ideale è salpare alla volta della meravigliosa Pantelleria.
Oltre a essere regno della biodiversità, questa isola dall’espetto lunare e selvaggio conserva due beni UNESCO: i muretti a secco e le viti ad alberello, dalle cui uve zibibbo si producono il Moscato e il Passito di Pantelleria, due eccellenze vitivinicole. Non si dimentichi che sull’isola si producono i buonissimi capperi IGP, ai quali è peraltro dedicato anche un curioso museo in località Kazen.
Spostandosi a Marsala, nel quartiere spagnolo, nei pressi di Porta Garibaldi, si svolge l’Antico Mercato del Pesce che, ai visitatori, sembrerà una piccola qasbah con tanto di fontanella ottagonale. Non c’è luogo migliore per trovare il pesce fresco pescato nel Canale di Sicilia e nello Stagnone.
Dopo aver raggiunto Mazara del Vallo, famosa per gli eccezionali gamberi rossi, conviene visitare Caltanissetta e il suo Mercato Storico Strat’â Foglia. Sito sin dal XVIII secolo in Via Consultore Benintendi, questo antico mercato era in passato ritrovo dei venditori di erbe aromatiche: tra i banchi di frutta, cibi esotici e persino manufatti artigianali, è possibile degustare la fuata (una focaccia con le sarde e l’origano) o il bucellato ripieno di fichi secchi, senza contare che si trovano tutti gli ingredienti per preparare i piatti tipici di Caltanissetta, dal muccu (minestra di fave) e il pollo alla missena con il caciocavallo.
Da Siracusa a Catania
Prossima tappa del viaggio tra i sapori della Sicilia è Siracusa, la città che ispirò la Repubblica Ideale di Platone. Nel suo cuore più antico, l’isola di Ortigia, tra monumenti imperdibili come la Fontana di Diana, il Duomo e il Castello Maniace, si svolge l’Antico Mercato dall’atmosfera arabeggiante. Non c’è luogo migliore per fare incetta di peperoncini dell’Etna e lu strattu, una specie di concentrato utilizzato per molte preparazioni.
Da Siracusa vale la pena visitare la pittoresca Marzamemi, un borgo di pescatori nato attorno alla sua tonnara di origine araba e sviluppatosi poi con la nobile famiglia dei Villadorata. In uno dei ristorantini in Piazza Regina Margherita si può pranzare a base di bottarga di tonno, dolci pomodori Pachino IGP con spaghetti o sulle bruschette, dolcetti a base di mandorla d’Avola considerata Presidio Slow Food.
A queste squisite tipicità della Valle di Noto non può non aggiungersi il cioccolato di Modica, borgo tardo-barocco dichiarato Patrimonio dell’UNESCO che, secondo la leggenda, è stato fondato da Ercole. Il cioccolato di Modica IGP è preparato secondo la ricetta originale degli Aztechi, presentandosi con una pasta scura e granulosa.
Passando per Scicli, nota per il suo centro storico Patrimonio UNESCO e per il fagiolo Cosaruciaru nominato Presidio Slow Food, si raggiunge Catania, il gioiello barocco ai piedi dell’Etna che incanta con l’elegante Piazza Duomo e la Cattedrale di Sant’Agata dove riposa il compositore Bellini. Alle spalle della chiesa ecco La Pisciaria, uno dei più antichi mercati di Catania racchiuso dalle mura erette da Carlo V: pesce spada, sarde alla beccafico, arancini, minnuzze di Sant’Agata e cassatine, sono solo alcune delle specillata gastronomiche del posto. A queste non può non aggiungersi l’immancabile brioche con la granita, al gelso, alla mandorla o al pistacchio di Bronte.
Il patrimonio gastronomico siciliano attinge alla provincia di Catania, con prodotti d’eccellenza come il miele di Zafferana Etnea nel cuore del Parco dell’Etna e le castagne di Trecastagni.
Per regalarsi una vacanza enogastronomica in Sicilia, è sufficiente salpare su un traghetto Grimaldi Lines e imbarcare un camper, così da poter girare l’isola in lungo e in largo, soddisfacendo occhi e palato.
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